venerdì 29 gennaio 2010

C.M. n.2 (8 gennaio 2010)

Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana
La recente circolare ministeriale in questione fornisce nuove direttive che è importante considerare alla luce delle tradizionali problematiche legate all’integrazione degli alunni stranieri nelle nostre scuole e alla loro formazione. La circolare si apre sottolineando l’ormai nota incidenza del fenomeno migratorio sulla nostra realtà sociale, istituzionale e scolastica nella fattispecie. Il documento ministeriale sottolinea, tuttavia, l’incidenza negativa legata a determinate problematiche che riguardano il rapporto della scuola con gli stranieri. Queste premesse introducono uno dei punti centrali del documento: la distribuzione degli alunni stranieri nelle classi. Questa materia viene considerata da un punto di vista prettamente organizzativo al fine di evitare la formazione di classi disomogenee.
«Il numero degli alunni con cittadinanza non italiana presenti in ciascuna classe non potrà superare di norma il 30% del totale degli iscritti, quale esito di una equilibrata distribuzione degli allievi con cittadinanza non italiana tra istituti che insistono sullo stesso territorio»[1]
Il documento insiste su tre elementi di essenziale importanza: la dispersione scolastica, la padronanza della lingua italiana e il contatto tra diverse culture. Per quanto concerne l’inserimento degli alunni stranieri nelle classi questa circolare stabilisce che la quantità degli stranieri per classe non potrà superare, a partire dall’anno scolastico 2010-2011, la soglia del 30%. Tale soglia può essere innalzata o abbassata a seconda delle necessità particolari che dovranno essere seriamente motivate. Il documento, tuttavia, non si limita esclusivamente a stabilire criteri di carattere distribuzionale, ma delinea importanti modalità operative che possono diventare strumenti efficienti per il raggiungimento di veri ed avanzati obbiettivi di formazione. La circolare ministeriale propone, infatti, che si istituiscano dei veri propri “Patti territoriali” volti a una profonda concertazione tra le singole Istituzioni Scolastiche, le Amministrazioni Scolastiche territoriali e gli Enti locali. Questo punto del documento non può che essere condiviso perché è risaputo quanto la creazione di reti tra le istituzioni territoriali sia la strategia fondamentale per una buona accoglienza degli alunni non italofoni[2]. Tale organizzazione è utile anche per fornire, ai genitori degli allievi stranieri, un’approfondita informazione sull’offerta scolastica al fine di evitare situazioni di sovraffollamento e per garantire una scelta oculata della scuola da frequentare. Per far ciò le scuole dovranno avvalersi delle informazioni messe a disposizione dal  Sistema Nazionale di valutazione e dalle anagrafi degli Enti Locali ed avvalersi dell’apporto insostituibile, specialmente nella fase iniziale, dei mediatori culturali. Proprio per quanto riguarda l’inserimento nelle scuole è importante, come dice la circolare, la costituzione di scuole polo che ricevano le iscrizioni e provvedano ad assegnare gli alunni alle diverse scuole tenendo conto degli accordi di rete precedentemente stabiliti.
«scuole polo: esperienze, già attivate proficuamente in alcune città, prevedono che le iscrizioni in corso d’anno non siano effettuate direttamente presso la scuola, ma siano gestite da un apposito centro o da una scuola polo, anche utilizzando specifici supporti informatici. Essa provvede, secondo precedenti accordi di rete, ad assegnare i nuovi arrivati alle scuole del territorio in modo compensativo e razionalizzato»[3].
Per quanto riguarda l’inserimento in classe il documento prevede, inoltre, che un team di insegnanti, opportunamente formati, verifichino le competenze linguistiche in ingresso e considerino le altre importanti variabili per l’inserimento in classe. La circolare provvede a chiarire l’importanza dell’alfabetizzazione in lingua italiana per gli alunni neo-arrivati ed indica diverse possibilità di intervento tra cui:
·         L’attivazione di moduli intensivi di lingua italiana
·         La partecipazione a progetti di insegnamento dell’italiano come L2
·         Attività per il potenziamento della L2 nelle due ore settimanali dedicate all’insegnamento della seconda lingua comunitaria (DPR 20 marzo 2009)
Ritengo le linee d’azione esposte in questo documento molto valide dal punto di vista gestionale, ma rimane irrisolta la questione, fondamentale, riguardante il reclutamento di figure professionali specializzate come i facilitatori linguistici e dell’apprendimento. La formazione linguistica non può e non deve fermarsi al raggiungimento di un livello di padronanza considerato “utile”, ma deve inscriversi nella formazione di un curricolo verticale capace di rispondere alle esigenze linguistiche ed acquisizionali del discente.

 Giuseppe Interlandi   
        


[1] C.M. 8 Gennaio 2010, par. 3
[2] Si consiglia di consultare, a tal proposito, Favaro G., Insegnare italiano ad alunni stranieri, La Nuova Italia, Milano, 2002, cap. 1; Interlandi G., Dall’Interlingua all’intercultura. Un percorso linguistico tra le esigenze sociali, Tesi di Laurea, Catania, 2009, pp. 21-26 (pubblicata da www.tesionline.it
[3] Id. par. 5

giovedì 12 novembre 2009

Italia - Finlandia: 0 - 10(e lode). Sistema scolastico finlandese: il più bello del mondo. (Carmen Oliva)

In un articolo intitolato Ecco la scuola più bella del mondo (di F. Tinelli) pubblicato sul settimanale OGGI (n° 40 del 30/09/2009) si parla della scuola finlandese come la scuola più bella del mondo, argomento al quale mi sono già accostata tempo fa grazie a una trasmissione televisiva che metteva a confronto l'arretratezza della scuola italiana con l'innovazione della scuola finlandese.
Ebbene si, la Finlandia registra il primato nei test internazionali PISA (Programme for International Student Assessment) per la preparazione degli studenti. Pare che si tratti degli studenti più bravi del mondo e questo è dovuto senza dubbio all'attenzione che il Paese rivolge all'istruzione: 6% del Pil – Italia: solo 4% -, eccellente preparazione dei docenti, ottimale impiego delle risorse, programmi intelligenti e soprattutto differenziazione (liceo di tre anni, ma anche di quattro o di due, quattro materie alla Maturità o sette).
Gli studenti più preparati al mondo sembrano essere anche i più felici di andare a scuola: chiediamo a un bambino italiano se è felice di andare a scuola e vediamo quale risposta ci viene data.
In Finlandia il problema non si pone: tutti gli studenti di qualunque età vengono trattati con rispetto, godono di programmi individualizzati a seconda delle difficoltà che incontrano e sono quindi stimolati a non mollare, ad andare avanti. Lo studente finlandese non sa forse neanche cosa vuol dire ricevere dei rimproveri umilianti ad alta voce davanti ai propri compagni. Lo studente finlandese è continuamente attivo in classe: corsi di cucina, stretching durante la lezione, bricolage... tutte cose che a un tradizionale docente italiano possono sembrare inutili e perditempo.
I ragazzi hanno bisogno di questo, hanno bisogno di una didattica differente da quella prevista dal nostro sistema scolastico, una didattica nuova. Nelle nostre scuole se ne sentono di tutti i colori: punizioni, ricreazioni sospese per punire chissà quale comportamento errato. Senza dubbio bisogna anche educare gli studenti tra i banchi di scuola a sapersi comportare civilmente, ma non pensiamo forse che se un ragazzino diventa irrequieto in classe è perché ha un bisogno naturale di muoversi?
Non possiamo pretendere che uno studente stia immobile ad ascoltare con la massima attenzione una lezione tradizionale. Questo è il concetto espresso da Tero Tatterback (maestro finlandese) al quale dovremmo ispirarci per modificare la scuola italiana. A questo proposito in Finlandia ogni ora e mezza di lezione è prevista mezz'ora di pausa all'aria aperta, in Italia a volte non si fa neanche quell'unico quarto d'ora (a volte anche meno) previsto a metà mattinata.
Anche in Finlandia si riscontrano problemi disciplinari, ma la soluzione adottata è quella di parlare col ragazzo e capire il perché del suo comportamento, il tutto si conclude con una stretta di mano. Per i casi più gravi – rarissimi – si convoca la famiglia e si fanno fare allo studente lavori per il bene comune (imbiancare le pareti, pulire le aule).
Vogliamo parlare dell'attenzione rivolta alle lingue? In Italia il liceo linguistico prevede lo studio di due lingue straniere (a scelta tra francese, tedesco o spagnolo) oltre l'inglese; in Finlandia alla Meilahden ala-aste circa un terzo dei bambini di quarta comincia a studiare il cinese e a dieci anni i bambini parlano già anche l'inglese e lo svedese (seconda lingua nazionale). L'approccio con la lingua non è grammaticale; ci si accosta alla lingua attraverso la conversazione, la visione di dvd, lo studio delle ricette tipiche: il risultato è che il 63% degli studenti liceali e universitari finlandesi partecipa ogni anno a programmi di studio all'estero. Penso che dovremmo rifletterci un po' su!
Si registra un tasso di immigrazione più basso rispetto all'Italia (sotto il 2%), ma questo non vuol dire che si rivolge poca attenzione alla questione dell'inserimento scolastico: un anno di classe preparatoria dove si studia la lingua e poi un graduale inserimento nelle classi. Inoltre lo studente straniero ha diritto a due ore settimanali di insegnamento della sua lingua d'origine.
Carmen Oliva

Andare a scuola "in Europa" - PARTE I

Introduzione

Cosa significa fare educazione linguistica oggi? Il ruolo della scuola in una società veloce e mutevole come quella odierna appare sempre di fondamentale importanza. Gli apprendenti del nostro tempo pongono alla nostra attenzione un mondo cognitivo ed esperienziale per noi del tutto nuovo. Il discente di oggi è innanzitutto multimediale perché abituato a processi di ragionamento non più lineari e sequenziali, ma reticolari e mappati ed è anche multiculturale perchè sempre più abituato all’esperienza dell’incontro con il diverso. I codici di accesso ai processi cognitivi sono certamente cambiati come sono cambiati, d’altronde, gli stili di apprendimento. L’educazione linguistica, nella fattispecie, deve tener conto di elementi fondamentali come il repertorio linguistico dell’alunno di oggi, la sua esposizione all’input. Quest’ultimo è misto non solo per le diverse lingue con le quali si può entrare in contatto, ma anche per le diverse varietà sociolinguistiche che rendono ampia la possibilità di scelta in diafasia. La situazione appare più complessa e interessante se si considera la variazione in diamesia. Il parlato televisivo, soprattutto, è un serbatoio di modi comunicativi, frasi idiomatiche e patterns linguistici che caratterizzano, ormai, il parlato degli alunni italiani. In questo panorama si inscrive la sentita e delicata discussione sulle strategie che la scuola deve adottare per procedere verso nuovi orizzonti. È importante, dunque, considerare le realtà formative degli altri Stati europei per poter cogliere dalle altrui esperienze le cose utili, discostandoci da quelle infruttuose. Sicuro di non poter soddisfare il lettore in termini di esaustività, anche perché condizionato dalle necessità di spazio correlate al contesto ipertestuale ed ipermediale, non mi resta che l’ardire nel proporre questo mio piccolo contributo.


I sistemi scolastici europei.
Questo lavoro propone una ricerca comparativa che possa descrivere i sistemi scolastici esteri in maniera succinta per fornire, ai lettori, uno strumento d’informazione di facile leggibilità affinché chi desideri acquisire notizie sulla scuola dei diversi Paesi europei possa accedere, tramite questo lavoro, ad un’informazione già selezionata e accompagnata da qualche commento critico. Per uno studio più scientifico ed approfondito dei sistemi scolastici il lettore non disdegnerà di accostare, alla lettura di questa pubblicazione, la consultazione di testi e riviste di settore.


Belgio
La scuola belga prevede che l’obbligo di frequenza sia esteso fino ai diciotto anni d’età. Quello che bisogna considerare, prima di ogni cosa, per comprendere l’organizzazione della scuola in Belgio, è la gestione amministrativa dell’istruzione che ha certamente delle ricadute a livello contenutistico e didattico. Il sistema scolastico del Belgio, infatti, viene gestito, per ragioni linguistiche e culturali, dalle tre diverse regioni belghe: Fiandre, Vallonia e Bruxelles. Possiamo operare un’ulteriore tripartizione che rende conto della tipologia delle scuole. Queste possono essere divise in: Scuole della Comunità Regionale Belga, Scuole Pubbliche Belghe e Scuole Private Belghe. Gli ordini di scuola si dividono in elementare (Scuola dell’Infanzia fino ai sei anni e Scuola Elementare dai sei ai dodici anni), superiore ed accademico. Quello che colpisce, tuttavia, è che questo sistema scolastico prevede la possibilità di un’istruzione privata da casa che è sempre più in crescita, ma che non considera, secondo me, l’importanza del contatto con i pari nel percorso d’apprendimento. Un altro aspetto è legato, come dicevo prima, a questioni di natura linguistica e soprattutto storica e culturale. I ricchi fiamminghi del Nord si oppongono in maniera indefessa ai poveri valloni del Sud e il Paese, certamente, non ne guadagna in materia di riforme. La cosa sconvolgente è che anche a livello di programmi l’opposizione Nord-Sud è fortissima, tanto che la storia nazionale studiata in diverse zone del Paese non è la stessa. A livello linguistico questo comporta una difesa acerrima ed esagerata delle proprie varietà linguistiche. Per la scuola italiana, a mio parere, questo non è certo il modello esemplare, dato che siamo già fin troppo abituati ad ansie di “secessione” e a proposte di legge che invece di proporre una seria conoscenza della cultura locale in generale, vorrebbero imporre, con acceso spirito di “campanile”, lo studio del dialetto locale.


Bulgaria
La scuola bulgara prevede un corso di studi articolato in quattro fasce: Materna, Elementare, Media e Superiore. L’obbligo scolastico è previsto fino ai sedici anni di età. Per considerare il sistema scolastico bulgaro nella sua totalità, comunque, è necessario tener conto dei cambiamenti avvenuti nel 1989 a causa della caduta del vecchio sistema politico. La scuola bulgara, dunque, ha dovuto fronteggiare le responsabilità portate dalla democrazia e le difficoltà economiche sviluppatesi in seguito agli avvenimenti politici. Molte famiglie, infatti, hanno difficoltà a sostenere le spese relative all’istruzione dei figli. Nei primi quattro anni di scuola sono previsti solamente uno o due insegnanti e dal quinto anno un docente per area disciplinare. Le lezioni hanno durata di quarantacinque minuti, con intervalli di dieci minuti. A metà giornata è prevista una pausa di venti minuti circa. I fondi stanziati dallo Stato per la scuola sono davvero pochi e questo ha portato alla drammatica chiusura di molte scuole ed al licenziamento di diversi insegnanti. I programmi si basano su una vasta formazione umanistica e scientifica ed oltre alla storia nazionale viene studiata quella mondiale. Così è anche per i programmi di Letteratura, tra i quali compare anche quella italiana. Sono previsti degli incontri con i genitori, ma il rapporto con l’utenza è fortemente irrigidito ed istituzionalizzato. I docenti e gli studenti bulgari, infatti, vedono nella scuola italiana un modello di accoglienza alla base del quale sta il calore della gente e la gentilezza che si può trovare nelle nostre classi. Questo deve essere, per noi, motivo di soddisfazione e di incoraggiamento a continuare sulla strada dell’accoglienza, evitando atteggiamenti di chiusura incondizionata nei confronti dello straniero. Conoscere i sistemi scolastici degli altri Paesi, d’altronde, ci aiuta a concretizzare delle strategie d’accoglienza e di insegnamento utili a chi proviene proprio da queste località.  


Grecia
La scuola greca, fino agli inizi degli anni Settanta, era una tra le più arretrate d’Europa, ma da allora sono stati considerevoli gli sforzi volti a migliorare il sistema scolastico. Dal 1976 l’obbligo scolastico viene portato da sei a nove anni. La scuola elementare dura sei anni e i tre anni successivi costituiscono il Ginnasio o Scuola Secondaria Inferiore. La scuola dell’obbligo è completamente gratuita. A partire dalla quarta elementare è stato introdotto lo studio della lingua inglese. Gli alunni possono ottenere un aiuto finanziario dello Stato tramite borse di studio o fruizione di vitto e alloggio gratuiti. A quindici anni gli studenti devono compiere la prima scelta di orientamento. Esistono vari tipi di liceo: Generale, Tecnico-professionale, Polivalente-unico, Classico, Ecclesiastico e Musicale. Esistono anche sezioni di liceo che prevedono facilitazioni per chi pratica attività sportive. Nei licei i libri di testo sono distribuiti gratuitamente dallo Stato. Gli studenti delle scuole private ottengono risultati migliori, ma queste scuole sono troppo costose. Anche se la scuola greca ha intrapreso un percorso migliorativo di riforma, ciò che rimane arretrato comunque è la soffocante serie di esami da sostenere per ogni materia, praticamente alla fine di ogni anno scolastico.


Irlanda
L’Irlanda è un Paese che può vantare una grande tradizione scolastica. L’obbligo scolastico è di dieci anni; la scuola primaria va dai quattro ai dodici anni, la secondaria prosegue fino ai quindici anni e la superiore continua per un anno o due. Nella maggior parte delle scuole è previsto che gli alunni debbano indossare una divisa e dopo le lezioni è possibile praticare diversi sport, tra i quali si può anche scegliere la canoa. La scuola irlandese può sicuramente insegnarci tanto perché il diritto allo studio è veramente uno dei perni fondamentali della costituzione. Lo Stato irlandese ha posto nella scuola uno dei settori privilegiati per gli investimenti, tanto che l’Irlanda si presenta con la più alta partecipazione scolastica al mondo (l’81% degli studenti completa la scuola superiore ed il 60% frequenta l’università con notevoli risultati). Molte aziende di tutto il mondo, infatti, ricercano laureati irlandesi per posti dirigenziali di elevata importanza. Dispiace, tuttavia, intaccare questo quadro idilliaco con degli elementi che sono, purtroppo, altrettanto reali. Il grosso problema della scuola irlandese è rappresentato dal troppo stretto ed influente legame tra sistema scolastico, Stato e Chiesa. Questo comporta delle difficoltà nel programmare percorsi analitici e scientifici efficienti perché i programmi sono comunque influenzati dalla dottrina cattolica. I bambini, addirittura, vivono il succedersi degli anni scolastici come momenti di attesa dei vari sacramenti, tanto che alla fine della sesta classe ricevono “il dono dello Spirito Santo”. Questa marcata influenza religiosa ha fatto sì che lo Stato irlandese non destinasse molti fondi, per esempio, alle comunità straniere presenti. In questo senso, dunque, la scuola irlandese non è proprio al passo con i tempi. Ritengo che la Chiesa, soprattutto in Italia, abbia il sacrosanto diritto di esprimere la propria opinione, ma non è ammissibile una tale influenza sulla formazione pubblica, che deve garantire il diritto allo studio ed alla conoscenza in genere a tutti i cittadini, stranieri o nativi, credenti o non credenti. Una conoscenza, d’altronde, che deve essere libera dalla paura di incorrere in anatemi di sorta da parte di qualsiasi confessione religiosa.


Lettonia
Il sistema scolastico della Lettonia presenta aspetti positivi e negativi. Cerchiamo di analizzarli insieme. L’educazione prescolare è considerata come il primo livello del sistema educativo, ma non è obbligatoria. La particolarità sta nel fatto che i bambini dagli uno ai sette anni vengono considerati come un tutto indistinto e da questo tipo di organizzazione, il settore formativo che dovrebbe rivolgersi all’infanzia, non trae certamente vantaggio. L’accesso alle attività educative è gratuito, anche se le spese di gestione e la mensa sono a carico dei genitori. La scuola dell’obbligo si divide in primaria e secondaria e alcune scuole di base offrono corsi professionali. Le lezioni durano trentacinque o quarantacinque minuti a seconda delle scuole. Il curriculum è stabilito a livello centrale e tra le materie sono presenti anche Introduzione all’Economia, Informatica e Biologia. L’anno scolastico inizia a settembre e termina alla fine di maggio, è suddiviso in trentaquattro settimane di lezioni al primo anno, trentacinque dal secondo all’ottavo anno e trentasette settimane al nono anno. Nell’istruzione primaria le materie sono affidate ad un insegnante unico sostituito da altri docenti per le attività specialistiche. L’istruzione secondaria superiore prevede due tipi di percorso: la Vitusskola (istruzione secondaria superiore di tipo generale) e l’Arodvidusskola (istruzione secondaria superiore di tipo professionale). Il Centro per i curricula e gli esami redige una lista di testi da poter utilizzare nella didattica dalla quale gli insegnanti scelgono i più idonei. Gli alunni possono scegliere tra i vari programmi di istruzione secondaria messi a loro disposizione. Otto materie, comunque, sono ritenute obbligatorie dal Ministero dell’Educazione e delle Scienze: Lingua e Letteratura Lettone, Matematica, prima e  seconda Lingua Straniera, Storia, Sport, TIC ed Elementi di Economia. Nelle scuole in cui la lingua dell’istruzione è il russo è possibile scegliere il lettone come lingua straniera. La percentuale delle materie generali rispetto a quelle professionali varia a seconda degli indirizzi anche se è garantito a tutti il possesso di una vasta cultura di base. Questo sistema scolastico prevede lo studio di due lingue straniere ed in generale, la politica linguistica perseguita nella scuola lettone, riguarda lo sviluppo di un cosciente bilinguismo che risponde alle necessità di un contesto sociolinguistico in cui il 45% della popolazione non parla il lettone. Anche se quest’ultimo è stato riconosciuto come lingua ufficiale nel 1989 sono presenti diverse minoranze linguistiche e gran parte della popolazione parla il russo. Questa situazione ha permesso alla scuola della Lettonia di rendersi conto di quali siano i veri bisogni linguistici degli apprendenti. La valutazione, infatti, differisce dalla certificazione e gli standard non descrivono più l’allievo perfetto, ma delle competenze e delle abilità da raggiungere alla fine di ogni stadio formativo. La scuola tende, dunque, a fornire all’alunno sia una valutazione formativa che una certificatoria che abbia una determinata spendibilità sociale. Un’analisi scientifica, comunque, deve rilevare diversi aspetti dell’oggetto in questione. A questo punto, dunque, la domanda sorge spontanea: chi si occupa della certificazione? Se quest’ultima pretende di possedere una spendibilità sociale dovrebbe essere curata, a mio parere, da un ente terzo e non dalla stessa scuola. Per quanto riguarda le certificazioni linguistiche abbiamo in Italia, per fortuna, l’esempio della certificazione CILS (Certificazione di Italiano come Lingua Straniera) che ha certamente grande valore in termini di spendibilità sociale proprio perché fatta da un ente terzo come l’Università per Stranieri di Siena[1].


Malta
Parlare del sistema scolastico dell’isola di Malta impone l’assunzione di uno sguardo di lungo periodo che consideri anche la fortunata posizione geografica dell’isola. Considerare la storia maltese è necessario perché  questo sistema scolastico risente fortemente del modello anglosassone e tale influenza è segno della dominazione britannica durata un secolo e mezzo. L’elemento caratterizzante questa organizzazione scolastica è, infatti, l’insegnamento della Lingua Inglese sin dagli inizi del percorso formativo. L’obbligo scolastico si estende fino ai sedici anni ed il 90% della popolazione scolastica continua a studiare oltre la scuola dell’obbligo. Sin dall’età di cinque anni, dunque, gli studenti maltesi entrano in contatto con l’apprendimento bilingue. I programmi prevedono, infatti, l’insegnamento precoce dell’inglese e del malti o maltese. Anche in questo sistema scolastico, come in quello greco[2], gli esami costituiscono dei punti di snodo essenziali per tutto il percorso formativo. Un esame molto difficile e significativo per il cammino futuro dello studente è previsto all’età di undici anni. Dal febbraio 1996 l’informatica caratterizza in modo predominante i programmi di studio anche delle altre discipline. In ogni classe, infatti, sono presenti quattro computer a disposizione degli studenti. L’influenza del sistema scolastico britannico si nota anche nell’articolazione del percorso formativo in tre gradi: istruzione primaria (dai cinque agli undici anni), istruzione secondaria (dagli undici ai sedici anni) ed istruzione terziaria (dai sedici anni in poi). Vi sono scuole statali, private e religiose. L’Università di malta è riconosciuta da molte università straniere ed è gemellata con quella di Roma. Al termine del corso di istruzione secondaria viene rilasciato il Matriculation Certificate examination che prevede un esame a livello nazionale organizzato dal Matriculation and Secondary Education Certificate (MATSEC) Board dell’Università di Malta. L’isola, grazie alla sua posizione strategica e a vantaggiosi prezzi e tariffari, costituisce una meta privilegiata per il turismo d’istruzione. A proposito di quest’ultimo aspetto dobbiamo considerare la particolare condizione linguistica dei cosiddetti apprendenti soggiornanti che risiedono nel paese della L2 per un periodo, al fine di seguire i genitori impegnati in attività lavorative. Questo particolare profilo di apprendenti L2 riguarda, in parte, anche l’Italia. Il sistema educativo maltese rappresenta, inoltre, una sorta di archetipo a partire dal quale i nascenti sistemi scolastici dell’Africa mediterranea si stanno modellando.


Polonia
Il sistema scolastico della Polonia vanta una lunghissima tradizione di prestigio che è rappresentata dalla Commissione Nazionale all’Educazione polacca, fondata nel 1773. Dall’università polacca provengono personaggi di grande rilievo quali Copernico o papa Giovanni Paolo II. Il sistema scolastico polacco prevede un obbligo che parte dai sette anni di età. Nel 1999 la durata della scuola primaria, che consisteva di otto anni, fu ridotta a sei. Dopo la scuola elementare inizia la scuola media che è strutturata in tre anni di ginnasio e che inizia al compimento dei tredici anni. Alla fine di questo livello di studio è previsto un esame. La scuola secondaria superiore si suddivide in liceo generale, tecnico e professionale. L’esame previsto a livello nazionale alla fine della scuola secondaria prende il nome di Matura o ED.  Questo esame è obbligatorio solo per gli alunni che richiedono il certificato per accedere ad un percorso di studi superiore. L’esame si compone di una prova scritta di Lingua e Letteratura Polacca, un’altra su una materia opzionale scelta dall’alunno e delle prove orali in cui è prevista anche la lingua straniera (inglese o tedesco).


Portogallo
Il sistema scolastico portoghese non è ancora in linea con i livelli stabiliti in sede europea. È importante, tuttavia, conoscere le sue macrocaratteristiche perché il portoghese, che è una lingua neolatina, è parlato in diversi posti ed è dunque un’importante lingua madre per molti studenti con i quali può capitare di approcciarsi nelle scuole. Ricordo che il portoghese è parlato in Brasile, Mozambico, Guinea-Bissau, Capo Verde e conta più di duecento milioni di parlanti nativi. Il sistema scolastico del Portogallo è amministrato da due diverse istituzioni: il Ministero dell’Insegnamento, che è responsabile delle scuole materne e primarie e il Ministero delle Università di Scienza, Tecnologia ed Insegnamento Superiore, che si occupa delle strutture scolastiche superiori. Anche in questo sistema scolastico si può scegliere, per quanto riguarda l’istruzione secondaria, tra un indirizzo generale ed uno professionale. È previsto un esame alla fine del corso di istruzione superiore ed è possibile optare anche per un insegnamento a distanza.


Romania
In Romania la scuola pubblica è gratuita ed è sostenuta, oltre che dallo Stato, da società economiche di vario genere. I programmi di studio della scuola privata sono similari a quelli dell’istruzione pubblica e vengono giudicati dal Ministero dell’Istruzione. L’obbligo scolastico dura nove anni (dai sette ai sedici anni) e prevede la frequentazione di una scuola materna alla quale seguono la primaria e la secondaria e la superiore. La scuola materna può prevedere un orario normale, prolungato o settimanale in conformità alle abilità dei discenti. La scuola primaria funziona solo con orario normale ed ha, come unico e riduttivo obiettivo, l’acquisizione dei fondamenti della “Cultura Generale”. Oltre a ritenere striminzita questa programmazione per la primaria mi sento anche di affermare che dovremmo metterci d’accordo sul concetto di cultura generale che continua ad essere, a mio modesto parere, alquanto aleatorio e quasi insignificante. Anche la scuola secondaria inferiore prevede solitamente un orario normale e, in via del tutto eccezionale, si organizzano corsi serali per chi ha superato di due anni la corrispondente soglia dell’obbligo scolastico. Le materie previste in questo percorso sono: Lingua e Comunicazione, Matematica e Scienze, Gente e Società, Arte, Educazione Fisica, Tecnologie, Consigli e Orientamento. Alla fine della scuola che da noi corrisponderebbe alla media viene rilasciato un certificato di idoneità che consente di iscriversi alla scuola superiore. Questa prevede tre possibilità di scelta: Scuola Professionale Biennale (che rilascia un attestato che non consente l’ingresso all’università), liceo generale (dalla durata di quattro anni) e liceo specialistico. La durata di quest’ultimo dipende dall’indirizzo scelto tra i seguenti: Accademia, Istituto industriale, Istituto agrario e tecnico-commerciale, Istituto artistico ed Istituto meteorologico. Dopo la scuola secondaria è possibile iscriversi, in alternativa all’università, a corsi che rilasciano attestati di specializzazione. Le scuole professionali offrono formazione per circa trecento mestieri e il liceo generale prevede la possibilità di scelta fra tre indirizzi: teorico (incentrato su materie umanistiche e scientifiche), tecnologico (basato su discipline legate ai servizi e alla protezione ambientale) e vocazionale (che abbraccia materie di tipo teologico, militare, sportivo, artistico e pedagogico). L’impressione che deriva dall’osservazione di questo sistema scolastico è quella di una struttura che pretende di abbracciare troppe cose le quali sono, d’altronde, curate in maniera superficiale. Si rischia di perdersi in questa enorme rete di indirizzi dalla cui analisi sorge spontaneo il commento: “chi più ne ha, più ne metta!”.


Slovenia
Il sistema scolastico della Slovenia è particolare per la situazione politica che ha caratterizzato questo Paese e risulta molto interessante per gli storici rapporti con l’Italia che oggi si riverberano in situazioni di confine e nei matrimoni misti. La dichiarazione di indipendenza dallo stato jugoslavo avvenne nel 1992. Gli apprendenti sloveni, dunque, sono stati sempre a contatto con lingue diverse, tra le quali l’italiano nella zona costiera. Nel territorio delimitato dalle cittadine di Capodistria, Pirano e Isola l’italiano è considerato come L2 e vi sono anche molti pendolari che lavorano e studiano in Italia. Sono presenti anche enti televisivi che si occupano della diffusione costante di programmi in lingua italiana e la lettura dei quotidiani italiani è un fenomeno frequente tra gli abitanti di queste zone. La richiesta di insegnamento della lingua italiana è in continua crescita. Negli ultimi anni la durata della scuola dell’obbligo è stata innalzata a nove anni e il sistema scolastico prevede la scuola dell’infanzia (dai tre ai sei anni), la scuola elementare (dai sei ai quindici anni) che è suddivisa in tre cicli triennali in cui la prima lingua straniera è l’inglese. La scuola media, dai quindici ai diciannove anni, è suddivisa in licei ed istituti tecnici e professionali. Esistono scuole di lingua italiana e scuole che hanno l’italiano come LS e gli approcci utilizzati per l’insegnamento delle lingue sono  quelli umanistico-affettivo e comunicativo. Le attività di laboratorio hanno un ruolo importante per l’apprendimento delle lingue e l’obiettivo principale è quello di far sviluppare una capacità semiotica in genere ed una cosciente consapevolezza metalinguistica e metacognitiva. La scuola slovena, infatti, si avvale in maniera considerevole delle metodologie ludiche. L’unico limite di questo sistema scolastico è la mancata interrelazione tra i diversi insegnanti che è un problema più serio per l’italiano il cui insegnamento, nelle scuole in cui è considerato come LS, non dipende da direttive ministeriali, ma è lasciato alla libera gestione del docente che può essere più o meno esperto. Un sistema scolastico, dunque, che pur nei suoi limiti organizzativi derivanti dalla passata situazione politica ha fatto di necessità virtù puntando ad un’educazione che sia cosciente e calibrata sui bisogni dell’apprendente e che, nel caso dell’educazione linguistica, punti alla scoperta induttiva della lingua per poter essere non solo parlanti esperti nelle diverse situazioni linguistiche, ma anche attenti analizzatori del proprio processo di apprendimento. Ritengo che l’esempio della Slovenia ci debba stimolare a perseguire la strada dell’aggiornamento didattico in un Paese come l’Italia che vanta importanti studiosi di Glottodidattica e ferventi realtà di ricerca e sperimentazione.


Svezia
Il sistema scolastico della Svezia è certamente, insieme a quello finlandese, quello che raggiunge livelli di vera efficienza e professionalità. Un elemento fondamentale della scuola svedese è la gratuità che non è un diritto astratto che viene sconfessato, come accade in Italia, dalla necessità di pagare libri, trasporti e altro ancora, ma è un dovere della pubblica amministrazione che viene rispettato in pieno. L’unica cosa che si paga, giustamente, è la tassa d’iscrizione. Un aspetto che a mio parere è fondamentale sottolineare, tuttavia, è quello espresso da una legge, approvata in Svezia nel 2001, che si chiama “Legge di uguale trattamento degli studenti” che stabilisce l’uguaglianza di trattamento nei confronti delle diverse etnie, tendenze sessuali, religioni ed handicap. Tutti i fenomeni di discriminazione, offesa ed abuso sono vietati e tenuti sotto controllo anche con atti di prevenzione ed educazione. L’obbligo scolastico ha una durata di nove anni e i bambini, se richiesto dai genitori e permesso dal comune di residenza, possono iniziare la scuola a sei anni invece di aspettare i sette anni. L’anno scolastico inizia ad agosto, termina a giugno ed è suddiviso in due semestri. I comuni di residenza sono obbligati a fornire agli studenti i libri di testo e tutti i materiali necessari alla frequentazione delle lezioni. In questo sistema scolastico è incoraggiato un apprendimento bilingue perché viene sottolineato il vantaggio cognitivo derivante dallo studio di più lingue. Non esiste una valutazione punitiva, ma la promozione o l’eventuale bocciatura è una cosa discussa con i genitori alla luce del percorso fatto e delle necessità dell’allievo. I voti, infatti, sono assegnati in corrispondenza delle capacità acquisite e vengono sommati in tutto il percorso che porta, infine, all’assegnazione di un voto di maturità che racchiude diversi parametri di valutazione. Tutti i bambini hanno diritto ad un assegno familiare fino al primo trimestre compreso dell’anno in cui compiono sedici anni. Per gli allievi dai sedici ai diciannove anni l’istruzione secondaria è rappresentata dai ginnasi che possono essere gestiti dai comuni, dagli enti regionali o da enti privati. Tutti i ginnasi devono fornire una formazione approfondita in otto materie fondamentali che vengono integrate con materie specifiche che variano a seconda dell’indirizzo scelto. Se il comune di residenza dell’allievo non possiede un ginnasio che contempli il programma di studi da egli scelto il discente ha diritto ad essere assistito da un altro comune  che possieda quel ginnasio. Il sistema universitario è parimenti avanzato e prevede una seria selezione in base al percorso di studi condotto fino alla secondaria e prevedendo, però, molte agevolazioni organizzative ed economiche per gli studenti.


Ungheria
Il sistema scolastico ungherese prevede un’istruzione obbligatoria fino all’età di diciotto anni per coloro che sono nati dal 1998 in poi. Gli allievi nati prima del 1998 possono interrompere gli studi all’età di sedici anni. Prima dei sedici anni, inoltre, non è possibile intraprendere studi professionali perché è obbligatorio, fino a quell’età, costruirsi una formazione di base. L’ingresso nella scuola primaria può avvenire a sei o a otto anni a seconda della preparazione dei singoli. La scuola dell’infanzia è amministrata dal governo locale. Dopo la primaria è previsto un livello di istruzione secondario a cui seguono il college, l’università e l’istruzione post-lauream. Un problema molto serio della realtà scolastica ungherese è rappresentato dalla dispersione scolastica. La scuola, infatti, è molto flessibile per quanto riguarda la scelta degli indirizzi dato che i docenti consigliano agli studenti meno brillanti di passare ad una scuola meno impegnativa e tale passaggio è effettuabile in qualsiasi momento. I ragazzi possono essere bocciati un massimo di due volte nella stessa scuola ed alla terza volta sono obbligati a cambiare istituto. L’Ungheria, dopo essere entrata a far parte della Comunità Europea, ha dovuto attrezzarsi per operare un ammodernamento del sistema scolastico che potesse puntare, soprattutto, alla riduzione dell’eccessiva dispersione scolastica (soprattutto nelle scuole professionali) e all’integrazione sociale dei giovani Rom che  vivono immersi in un contesto segnatamente plurilingue. La situazione dei Rom in Ungheria non è stata certo delle più felici perché la discriminazione è stata fortissima e molte scuole in cui sono iscritti alunni rom hanno perso prestigio sociale e questo ha causato una forte ghettizzazione formativa. Tra i Rom, ovviamente, si registra una dispersione scolastica vertiginosa, ma questo non significa che la scuola non debba attivarsi per l’educazione di questi allievi. La cosa che più mi disturba, tuttavia, è il fatto che molti alunni di nazionalità rom vengono segregati in scuole speciali per ragazzi con handicap e moltissime volte non hanno nessun tipo di disabilità, ma la loro diversità linguistica e culturale viene considerata come una pestilenza! Dopo la soglia della scuola primaria questi ragazzi che non sono per nulla malati, ma hanno problemi di socializzazione legati al contesto in cui vivono restano in questi istituti speciali perché è data loro “una possibilità di cambiare” fino alla scuola elementare. Il passaggio, però, avviene con difficoltà per colpa dei genitori ungheresi che si oppongono alla “contaminazione”. Un segno di speranza è dato dall’istituzione di scuole-dormitorio che hanno il vantaggio di far vivere i ragazzini rom a scuola evitando il loro ritorno nella comunità. Questa soluzione sta cominciando a dare importanti risultati, in quanto i figli di genitori rom che hanno studiato in queste strutture si stanno inserendo meglio nella società ungherese. Ritengo di dover affermare, comunque, che anche se gli alunni di questa nazionalità presentano problematiche più serie una scuola che culla i pregiudizi ed i clichè  dei genitori che vogliono “proteggere” i loro puri fanciulli dall’incontro con il diverso rischia di essere oltre che arretrata, certamente inadatta a contribuire allo sviluppo del Paese.
di Giuseppe Interlandi

[1] Cfr. Giuseppe Interlandi, Dall’Interlingua all’Intercultura. Un percorso linguistico tra le esigenze sociali, Catania, Luglio 2009, Cap. II, pp. 53-66.  Pubblicata su www.tesionline.it
[2] Vedi § 2.3

Andare a scuola "in Europa" - PARTE II

Il lavoro che segue propone una ricerca comparativa tra i sistemi scolastici dei seguenti Paesi: Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna.




Austria 
Il sistema educativo-scolastico dell’Austria – detto Bildungssystem Österreich – è gestito tanto dal governo centrale quanto dalle singole regioni federali austriache. La struttura dell’educazione austriaca prende come modello il sistema scolastico tedesco – dal quale deriva anche il vocabolario.
L’obbligatorietà scolastica è formata da 9 “gradi”: inizia a 6 anni e dura fino ai 15. Il sistema scolastico si differenzia in scuole pubbliche e private e prevede anche un tipo di insegnamento da casa regolato dalla stessa normativa scolastica statale.
Le scuole private forniscono l'istruzione primaria e secondaria e la formazione degli insegnanti: esse sono gestite principalmente dalla Chiesa cattolica romana e rappresentano circa il 10% delle 6.800 scuole e dei 120.000 insegnanti. Le scuole private hanno una reputazione di maggiore disciplina e rigore rispetto alle istituzioni pubbliche e alcune di esse sono considerate istituzioni d’élite.
Un’insegnante è impegnato in classe per 22 ore settimanali, poi completa il suo lavoro con altre due parti: una relativa alla preparazione delle lezioni e una relativa ai contatti con i genitori, le riunioni, la formazione permanente obbligatoria, ecc. Lo stipendio netto di un docente della scuola dell’obbligo parte da 1196 euro netti al mese e aumenta con il progredire dell’anzianità: ogni due anni c’è un aumento automatico e ogni anni ci sono 14 mensilità. Dopo alcuni anni gli insegnanti diventano impiegati statali: non corrono più il rischio di perdere il lavoro!


La normativa su cui si basa l’intero sistema scolastico risale al 1962.


La scuola obbligatoria – elementare e media – è suddivisa in:
·        Volksschule (scuola elementare), formata a sua volta da Grundschule (scuola primaria regolare), comprendente le scuole materne, e dai primi 4 gradi della scuola elementare,
·        Oberstufe oppure Hauptschule (comprendenti i successivi livelli: gradi da 5 a 8),
·        Polytechnische Schule (scuole pre-professionali che comprendono in genere il grado 9) e
·        Sonderschule (scuole speciali che comprendono i gradi da 1 a 8 e possono arrivare sino al grado 9).


I primi due anni di scuola elementare prevedono un orario settimanale di 19-20 ore, il terzo e il quarto anno si passa a 25 ore settimanali. La lingua inglese è studiata sin dal primo anno. Gli insegnanti insegnano tutte le discipline (contrariamente ai docenti della scuola secondaria che insegnano solo due materie) ad eccezione della religione.




La scuola secondaria accademica – scuole superiori –, che prevede alla fine del corso di studi un esame di maturità (il diploma è chiamato Reifeprüfung), include:
·        Gymnasium (liceo classico),
·        Realgymnasium (licei scientifico),
·        Wirtschaftskundliches Realgymnasium (scuole economiche) – queste tre comprendono i gradi da 5 a 12 – e infine
·        Oberstufenrealgymnasium (scuole speciali di livello accademico superiore (comprendenti i gradi da 9 a 12).


All’età di 10 anni i bambini si trovano a dover scegliere se continuare gli studi in una scuola secondaria oppure in un liceo. La scelta è spesso condizionata dalla zona in cui si vive: infatti in città l’80% degli studenti sceglie di frequentare il liceo, in campagna la quasi totalità degli studenti sceglie le scuole secondarie. I licei esistono solo nelle maggiori città quindi sono preferiti dagli studenti anche per una questione di “immagine”.


L’università austriaca è stata fondata nel 1365. Il sistema universitario è regolato da diverse leggi, in particolare quelle emanate nel 1966, nel 1975 e nel 2001. Il governo Schüssel ha conferito alle università maggiore indipendenza e una struttura organica di tipo manageriale.


Una delle peculiarità del sistema scolastico austriaco è lo stretto legame tra mondo dell'istruzione e mondo del lavoro: si tratta di un sistema duale orientato alla pratica di cui beneficiano non solo gli apprendisti, ma anche i diplomandi delle scuole superiori di formazione professionale, delle scuole tecniche superiori e delle università. I programmi scolastici e di formazione vengono adattati alle esigenze dell'economia, gli apprendisti ricevono una formazione tecnica altamente specializzata e svolgono stage nelle aziende.
Nell'ambito di progetti di collaborazione tra il mondo dell'istruzione e dell'economia (ad esempio tesi di laurea o progetti presso aziende-scuole) i risultati della ricerca e dello sviluppo hanno una rilevanza pratica notevole. Anche i circa 20 istituti tecnici superiori (che contano un totale di 150 corsi di studi) oltre ai 13 atenei universitari austriaci sono in stretto contatto con l'industria.






Cipro
In previsione dell'ingresso nell'Unione Europea l’isola di Cipro ha attuato uno sviluppo del proprio sistema scolastico al fine di raggiungere una visione più europea dell'istruzione scolastica: questo obiettivo viene tuttora perseguito tanto che, da un punto di vista della qualità e della quantità, il livello di istruzione è paragonabile a quello dei paesi più sviluppati della Comunità Europea. L'istruzione a Cipro non viene intesa solo come diritto fondamentale dell'uomo, ma anche come investimento per l'umanità. Un avvenimento importante, anzi il più importante, per il settore dell’educazione cipriota è stato la costituzione dell'Università nel settembre del 1992: in tal modo è stato portato a termine il completamento dell'intero sistema educativo. Nei recenti anni si è portato l'obbligo d'istruzione fino a 15 anni, è stata stabilita un'educazione di base della durata di 9 anni, è stata attuata l'apertura ad un programma formativo attraverso corsi in information technology e sono stati introdotti Common examinations nell'ultima classe del liceo.


Il Ministero dell'Educazione e della Cultura è responsabile dell'amministrazione del sistema educativo, dell'ampliamento delle leggi sull'istruzione, della supervisione e della standardizzazione dei servizi previsti dal settore privato fino all'istruzione superiore.
Il sistema educativo, altamente centralizzato, è controllato dallo Stato e tutti i livelli di scuole sono visitate periodicamente dall'ispettorato (responsabile della loro valutazione).
L'istruzione è organizzata su vari livelli:
·        pre-primary education,
·        primary education,
·        secondary education,
·        tertiary education.


Pre-primary education. La cosiddetta scuola primaria si rivolge alla fascia d’età compresa trai 3 e i 5 anni e mezzo e rappresenta uno step importante verso l'ingresso graduale dei bambini nella scuola.


Primary education. Se prima esistevano la primary education e il gymnasion, oggi ci si trova davanti all'unificazione dei due cicli e allo sviluppo di un sistema di 9 anni di istruzione di base (dai 6 ai 15 anni): il programma di unificazione è stato dettato dalla volontà di puntare l'attenzione su un approccio di tipo qualitativo finalizzato al rinnovamento e al miglioramento dell'educazione primaria. Questo programma ha come obiettivo non solo il fornire agli studenti gli strumenti e le qualifiche necessarie per proseguire gli studi, ma anche il raggiungimento di una dimensione europea del sistema scolastico.


Secondary education. Attualmente è applicato un progetto pilota, Eniaio Lykeio, che ha come obiettivo quello di incidere sulla trasformazione qualitativa dell'istruzione secondaria per meglio rispondere alla domanda crescente di maggiore flessibilità scolastica. Esso mira all'integrazione del programma di istruzione generale con quello previsto per il ramo tecnico-professionale. Si tratta di una Comprehensive Upper Secondary School, scuola secondaria superiore unificata. In questo modo si vuole rendere l'istruzione liceale coerente con i moderni orientamenti consentendo agli studenti di 'familiarizzare' con il mondo del lavoro per orientare in modo più effettivo la loro carriera.
Resta però ancora attiva l'istruzione secondaria tradizionale, della durata di 3 anni, strutturata in secondary general schools (scuole di istruzione secondaria generale) e secondary technical/vocational schools (scuole secondarie tecniche/professionali).


La strutturazione della  tertiary education è ancora in fase di sviluppo. Nell'ambito del programma quinquennale previsto per tale crescita, si cercano di prendere le misure necessarie per un pieno sfruttamento delle risorse disponibili volte alla crescita dell'attività scientifica e di ricerca.






Danimarca
La Danimarca ha una forte tradizione culturale, una propensione agli scambi internazionali e un’alta percentuale nel raggiungimento dei titoli di studio, spende poco meno del 7% del Pil in istruzione e offre un ottimo sistema scolastico ed educativo totalmente gratuito per la popolazione (la quale senza dubbio spende più di noi italiani per le tasse, ma ha in cambio servizi efficienti e di buona qualità).
Come accade in molti paesi d’Europa (eccettuata ancora oggi l'Italia), in Danimarca vige l'obbligo scolastico fino all'età di 16 anni, ma lo studente non è obbligato a frequentare un'istituzione scolastica, bensì a ricevere un’istruzione. La famiglia danese possiede, infatti, diverse opzioni di istruzione: accanto a quella pubblica troviamo l’istruzione esercitata dalle scuole private e quella esercitata individualmente a casa o in raggruppamenti familiari. Tale insegnamento, tuttavia, si deve uniformare ad una precisa linea di educazione scolastica nazionale che possa raggiungere gli stessi obiettivi e insegni lo stesso numero adeguato di materie previste dalla politica ministeriale. Ad ogni modo, la maggior parte dei giovani tra i 7 e i 16 anni (circa l'89% degli studenti) frequentano la scuola pubblica. In Danimarca esistono 421 scuole private: le famiglie che scelgono questo tipo di istruzione pagano solamente fino al 20% della retta, mentre il rimanente è coperto dallo Stato.


Il sistema educativo comprende: l’educazione prescolare, l’educazione obbligatoria (dai 7 ai 16 anni), l’istruzione secondaria superiore di tipo generale (dai 16 ai 19 anni) e l’università.
Per quanto riguarda la formazione del corpo docente esiste una differenza fra gli insegnanti della scuola dell'obbligo e quelli della scuola secondaria superiore. I primi frequentano istituzioni apposite dove tra le altre cose studiano due materie in maniera approfondita e hanno la possibilità di integrare teoria e pratica: il periodo di formazione dura 4 anni, comprese 16 settimane di pratica (4 periodi separati di 4 settimane ognuno), più 112 ore di lezione. I requisiti richiesti per essere ammessi a queste istituzioni sono gli stessi che per l'ammissione all'università.
Per quanto riguarda l'insegnamento secondario superiore, per ottenere un posto permanente in un gymnasium o in un istituto HF bisogna avere una laurea universitaria (livello Master), e in più aver frequentato un corso di pedagogia teorica e pratica.


Per quanto riguarda l'istruzione prescolastica, malgrado essa non sia obbligatoria la maggior parte dei bambini danesi ne usufruisce: i bambini frequentano in genere l’asilo nido (Vuggestuer), quindi la scuola materna (Børnehaver oppure Dagpleje) e la scuola pre-scolastica (dai 5 ai 6 anni, Børnehaveklasser)


Le scuole primarie di tipo pubblico (le Folkeskoles) sono divise in tre tipi di strutture:
quelle di durata superiore ai 9 anni, dove il primo anno pre-scolastico non è obbligatorio, e
quelle dove gli anni obbligatori vengono suddivisi e scambiati in differenti tipi di educazione.


Anche per i bambini temporaneamente residenti in Danimarca (per oltre un minimo di 6 mesi) è obbligatoria l’istruzione.


Le scuole primarie di tipo privato sono frequentate da circa il 12% dei bambini danesi e si suddividono in:
·        scuole private indipendenti (Grundtvigian),
·        scuole di congregazione religiosa,
·        scuole di tipo pedagogico (per esempio la scuola Steiner),
·        scuole tedesche,
·        scuole di tipo islamico.


A prescindere dal credo religioso, ideologico o etnico, le scuole vengono tutte finanziate o assistite dal governo allo stesso modo. Accanto alle materie di insegnamento danesi ti tipo classico (danese, geografia, matematica, scienze, arte religione, ecc) in Danimarca è previsto obbligatoriamente nel curriculum di uno studente l’insegnamento di materie come educazione civica, sicurezza stradale, educazione sessuale e pianificazione della famiglia.
La Folkeskole – fondata nel 1814 e riformata fino ad oggi solo cinque volte – ha come scopi principali quelli rivolti alla crescita individuale di ogni allievo, allo sviluppo di una personalità indipendente e matura e alla preparazione di ognuno ad essere membro di una società basata sulla libertà, sull'uguaglianza e sulla democrazia. Ogni gruppo-classe contiene una media di 19 studenti, e il numero massimo non può superare le 28 unità. Aspetti fondamentali della scuola primaria sono due: gli allievi rimangono insieme allo stesso gruppo per tutta la durata del corso di studi e sono seguiti da uno stesso insegnante (generalmente l'insegnante della lingua materna) per tutta i 9 anni. La collaborazione scuola-famiglia è uno dei punti essenziali della scuola dell'obbligo: le famiglie hanno il diritto di essere regolarmente informate sui progressi dei loro figli, le comunicazioni avvengono almeno due volte l'anno (per iscritto o verbalmente), ma frequenti sono anche gli incontri informali, organizzati in tutte le scuole, fra insegnanti, studenti e famiglie.


Il sistema universitario danese si concentra in tre tipi di educazione superiore.
Universitetet: questo tipo di istituzione offre un ciclo di studi definito a lungo termine. Esse prevedono inizialmente un corso di laurea di durata triennale, seguito (a scelta) da un programma specialistico di circa 2 anni, il Master. Alla laurea di specializzazione segue il dottorato di ricerca (PhD-Doctorgrad) di circa 3 anni e inerente alla ricerca.
Videregående uddannelse: college universitari – conosciuti come politecnici – con corsi di durata triennale o quadriennale dove in genere nell’ultimo anno è previsto un periodo di tirocinio. Essi fanno parte di cicli di studio definiti a medio e lungo termine.
Erhvervsakademier: offrono un ciclo di tipo accademico a programma breve – in genere di 2 anni nei campi professionali, prevalentemente tecnici e commerciali a livello.


Il profilo universitario danese è tra i migliori d’Europa. Il corso di studio universitario viene suddiviso in anni accademici: ogni anno accademico viene suddiviso in due semestri (con inizio rispettivamente ad agosto-settembre e gennaio-febbraio), prevede due sessioni di esami ad ogni fine semestre (a gennaio e a maggio-giugno) e le lezioni assumono carattere di partecipazione attiva, dove allo studente viene data l’opportunità di poter interagire con la materia oggetto di apprendimento. Le lezioni  vengono inoltre seguite dai seminari di gruppo, dove viene dato ampio spazio a progetti didattici ed esperienze pratiche sempre con partecipazione attiva da parte degli studenti.
Le università danesi sono pronte anche agli studenti si ritrovano a fare un’esperienza di tipo Erasmus o di semplice scambio universitario in Danimarca: dispongono di uno studente-tutore ("Mentor System", chiamato Buddy) che si appresta ad affiancare lo studente nel periodo iniziale della sua permanenza nell’università straniera aiutandolo nello svolgimento delle pratiche amministrative, dall’alloggio alla registrazione presso le autorità danesi, alla spiegazione del funzionamento dell'università.
Il rapporto tra gli studenti e i professori in Danimarca è eccellente: non ci si sorprende nel sentire il professore venir chiamato per nome dallo studente oppure vederli entrambi partecipi degli stessi eventi culturali o di intrattenimento.






Estonia
L’istruzione statale estone non include l’educazione prescolare, la quale è fornita da tutti gli istituti privati (Koolieelne lasteasutus) che offrono accoglienza ai bambini che hanno compiuto 1 anno fino al raggiungimento dell’età utile per frequentare la scuola primaria.
Il sistema educativo prevede una Põhiharidus (struttura unica di istruzione di base) della durata di 9 anni. L’istruzione è obbligatoria dai 7 anni d’età fino al termine dell’istruzione di base (17 anni d’età) ed è gratuita; l’obbligatorietà per i bambini prevede in cambio che le autorità locali garantiscano ad ognuno di loro un posto a scuola. Gli studenti vengono inseriti in generale in classi miste e composte da alunni della stessa età.
L’anno scolastico inizia il 1° settembre e termina a giugno: deve comprendere un minimo di 175 giorni di lezione. Gli insegnanti sono liberi di utilizzare i metodi di insegnamento e i libri di testo che preferiscono purché il curriculum che la scuola adotta rispetti il Curriculum nazionale di base. Quest’ultimo definisce la lista delle materie obbligatorie per tutti gli studenti: Lingua Madre, Lingua Straniera, Studi Naturali/Educazione Civica, Studi Naturali, Geografia, Biologia, Chimica, Educazione Civica, Matematica, Storia, Musica, Arte e Artigianato, Arte, Educazione Fisica, Formazione Manuale/Artigianato/Economia Domestica.
Dal 1° al 6° anno, la maggior parte delle materie sono insegnate da un solo insegnante, poi si passa all’insegnamento da parte di un docente specialista.
Per quanto riguarda le valutazioni esse vengono fatte durante l’intero anno scolastico attraverso test scritti, orali e lavori pratici. Di regola gli alunni possono passare all’anno successivo a condizione che siano stati valutati in tutte le materie e non abbiano nessuna insufficienza, ma in realtà gli insegnanti possono far passare un alunno all’anno successivo anche se ha ottenuto 1 o 2 voti insufficienti. Per completare la scuola di base, gli alunni devono superare 3 esami finali definiti a livello centrale attestati dal certificato di fine istruzione obbligatoria (Põhikooli lõputunnistus).


I tipi di istituti di scuola secondaria superiore di tipo generale, ai quali si può accedere solo se in possesso del certificato di fine istruzione obbligatoria, sono i seguenti:
·        Gümnaasium (secondario superiore di tipo generale), della durata di 3 anni (16-19 anni), e 
·        Kutseõppeasutus (secondario superiore di tipo professionale), della durata di 3 anni (16-19 anni).
L’anno scolastico inizia il 1° settembre e termina il 31 agosto dell’anno successivo. Anche in questo caso le classi sono miste e composte da alunni della stessa età e gli insegnanti sono liberi di usare i metodi di insegnamento e i libri di testo che preferiscono.
Le scuole secondarie superiori di tipo generale devono stabilire il proprio curriculum in conformità con il Curriculum nazionale di base. Le materie obbligatorie che esso prevede (Lingua Madre, Lingua Straniera, Matematica, Geografia, Biologia, Chimica, Fisica, Storia, Educazione Civica, Filosofia, Arte, Musica, Educazione Fisica) coprono il 70% del contenuto curricolare.
Ogni curriculum dell’istruzione professionale varia in conformità con l’indirizzo di studi scelto dallo studente e deve essere approvata dal Ministero dell’Educazione.
Le modalità di valutazione sono identiche a quelle dell’istruzione obbligatoria: per completare l’istruzione secondaria superiore generale gli studenti devono superare 5 esami finali (gümnaasiumi lõpueksamid). Tre di essi devono essere esami nazionali esterni (riigieksam): l’esame sulla Lingua Madre è obbligatorio, mentre gli altri due vengono scelti dagli studenti tra una lista di materie. Gli studenti che superano gli esami ottengono il certificato di fine studi secondari (gümnaasiumi lõputunnistus) e il certificato dell’esame nazionale (riigieksamitunnistus).
Al termine degli studi professionali, gli studenti ottengono il certificato di istruzione secondaria professionale (lõputunnistus põhihariduse baasil kutsekeskhariduse omandamise kohta) dopo aver superato l’esame finale che comprende gli esami professionali nazionali.






Francia
Il sistema scolastico francese si fonda ancora oggi, nonostante le plurime riforme e vicende di rinnovamento, sui valori laici che hanno ispirato le dottrine dell'Ottocento e del Novecento.
Il sistema scolastico è gestito dal governo centrale francese, il quale opera attraverso il Ministère dell’Éducation Nationale, de l'enseignement supérieur et de la recherche: a sua volta esso viene assistito da tre istituti per l'insegnamento universitario, per la ricerca e per la scuola.
Da oltre vent’anni il sistema scolastico francese ha visto un ampliamento di poteri decentralizzati a carico delle divisioni amministrative della nazione: regioni, province e comuni. Il sistema risulta sensibilmente centralizzato e di conseguenza le più importanti funzioni, quali nomina e formazione degli insegnanti, loro reclutamento e pagamento, organizzazione della scuola, orari, vacanze sono riservate allo Stato. In materia di investimenti scolastici, invece, il comune è responsabile degli investimenti nelle scuole elementari, il dipartimento dell'investimento dei college, la regione dei licei e il governo centrale delle Università.
La scuola dell'obbligo francese  va dai 6 ai 16 anni mentre il sistema educativo francese al completo viene suddiviso in educazione elementare (enseignement primaire), educazione secondaria (enseignement secondaire) e educazione accademica (enseignement supérieur).


Da un punto di vista educativo la scuola francese viene suddivisa in tre livelli generali:
·        Insegnamento primario
·        Insegnamento secondario
·        Sistema accademico superiore


Il sistema primario comprende la scuola materna e la scuola elementare:
l’école maternelle, che corrisponde al nostro asilo (va dai 2/3 anni di età ai 6), si divide in tre sezioni a seconda dell’età dei bambini: Petite Section Maternelle (primo anno di scuola materna in Italia), Moyenne Section Maternelle (secondo anno di scuola materna in Italia) e Grande Section Maternelle (terzo anno di scuola materna in Italia);
anche l’école élémentaire, che corrisponde alla nostra scuola elementare (va dai 6 agli 11 anni di età), è suddivisa in base all’età in un course préparatorie (prima elementare in Italia), course élémentaire 1ère annèe  (seconda elementare in Italia), course élémentaire 2ère annèe  (terza elementare in Italia),  course moyen 1ère annèe (quarta elementare in Italia), course moyen 2ère annèe (quinta elementare in Italia).


L’insegnamento secondario, corrispondente alle nostre scuole superiori, è composto dal college e dal liceo.
Il College comprende i livelli di studio sixième (prima media in Italia), cinquième (seconda media in Italia), quatrième (terza media in Italia), troisième (prima superiore in Italia), dura 4 aani – dagli 11 ai 14 anni – e attesta gli studi con il Diplôme national du brevet, il Certificat de formation générale, Brevet informatique et internet (B2i) e la Attestations scolaires de sécurité routière.
Il Lycee comprende le attestazioni di studio Bac (diploma indispensabile per la maggior parte degli studenti), Brevetto (Brevet Informatique et internet – B2i – e Brevet d'études professionnelles) e Certificazione professionale (Certificat d'aptitudes professionnelles). Il liceo generale o tecnologico dura 3 anni (dai 15 ai 18) e finisce con l’esame di maturità; il liceo professionale dura 2 anni per un ciclo corto e 4 per arrivare fino alla maturità professionale (prepara al mondo del lavoro).  Gli anni si chiamano 2nde (seconda superiore in Italia), Première (terza superiore in Italia) e Terminale (quarta superiore in Italia). Nel passaggio dalla Première alla Terminale gli studenti devono sostenere un esame di francese – materia che non verrà studiata l’anno successivo – al quale si aggiunge quello su una materia scientifica (biologia, fisica o matematica). L’esame di maturità successivo alla Terminale comprende tutte le materie tranne il francese.


Il sistema accademico superiore comprende due grandi istituzioni:
·        le Grandes écoles (ad esempio l’École polytechnique)
·        e le  Università.


Le istituzioni accademiche francesi offrono una formazione di base, tecnologica o a finalità professionale. Si stima che le università francesi accolgano oltre 1,5 milioni di studenti, tra cui circa 10% proveniente da nazioni estere.


Germania
La Repubblica Federale di Germania affida la determinazione dei diritti e dei doveri in materia scolastica ai Länder che hanno piena autonomia nell’emanazione di tutte le leggi; lo Stato ha solo il compito di supervisionare l’operato dei Länder. I Ministri dell’Educazione e degli Affari Culturali dei diversi Länder rappresentano l’autorità suprema: controllano l’amministrazione dell’istruzione sia generale che professionale, stabiliscono le direttive in materia di politica sociale e controllano gli organismi, gli Enti e gli istituti sotto la loro autorità.


L’amministrazione del sistema scolastico è ripartita su tre livelli:
·        livello superiore (Ministeri dell’Educazione e degli Affari culturali dei singoli Länder);
·        livello intermedio (dipartimenti scolastici dei governi regionali);
·        livello inferiore (gli uffici scolastici delle autorità locali).


Le scuole private tedesche vengono controllate dallo Stato in quanto è necessario che siano conformi per qualità di insegnamento ed insegnanti alle normative ufficiali sancite dai Länder di appartenenza territoriale.
L’Ente al quale è assegnato il coordinamento delle attività dei singoli Länder è la Ständige Konferenz der Kulturminister der Länder in der Bundesrepublik Deutschlands (Conferenza permanente dei ministri dell’Educazione e degli affari culturali dei Länder nella repubblica Federale di Germania): esso deve occuparsi di rappresentare gli interessi generali per giungere alla definizione di posizioni comuni. L’obiettivo principale del loro lavoro è la creazione di una concordanza sulle normative emesse dai singoli Länder; i Ministri infatti si devono impegnare affinché tutte le decisioni – prese all’unanimità – siano adottate dai  parlamenti dei diversi Länder.


Il sistema scolastico tedesco è obbligatorio dai 6 ai 18 anni.
I bambini in età compresa tra i 3 e i 6 anni frequentano la scuola materna (Kindergarten): non è obbligatorio, è gestita da enti privati con la collaborazione dei genitori. In alcuni Länder esistono anche le Vorklassen (le classi di pre-scuola, le cosiddette “primine”) per i bambini di cinque anni.


Successivamente inizia l’obbligo scolastico. Vediamo dettagliatamente i vari cicli di scuola:
·        Grundschule: scuola di base/elementare.


Essa dura quattro anni (fanno eccezione Berlino e il Brandeburgo in cui dura sei anni). Si svolgono 26-28 ore settimanali di lezione con 5 ore al giorno e una ricreazione di venti minuti a metà mattinata. Solo al terzo anno è introdotto l’insegnamento di una lingua straniera (solitamente l’inglese). Al temine dell’istruzione secondaria inferiore viene rilasciato all’alunno un certificato di fine studi secondari inferiori, ma senza dover sostenere alcun esame finale.
La scuola consiglia poi il tipo di istruzione secondaria che ritiene più adatto allo studente; nel caso in cui i genitori di quest’ultimo non volessero far frequentare al figlio la scuola superiore precedentemente suggeritagli, lo studente dovrà superare un esame di ammissione nella scuola scelta.


Vediamo ora quali sono le scuole secondarie di primo grado.
·        Orientierungsstufe: è un biennio comune con l’obiettivo di favorire l’orientamento degli studenti in prospettiva degli altri ambiti scolastici;
·        Hauptschule: è una scuola simile a quella professionale, della durata di 5 o 6 anni, che trasmette una istruzione di base generale (alla fine della nona classe è previsto il conseguimento della “licenza della Hauptschule”;
·        Realschule: simile all’istituto tecnico, dura 4 o 6 anni, ha un’offerta formativa maggiore rispetto alla Hauptschule, le conoscenze di base sono a carattere generale e i percorsi prevedono una serie di discipline opzionali con competenze differenziate (i diplomati con votazione elevata possono accedere al Gymnasium);
·        Gymnasium Unterstufe: della durata di 9 anni, rappresenta la forma di istruzione più elevata, tende a offrire le basi per studi economici a livello universitario (alla fine del nono anno è previsto l’esame di maturità dopo il quale viene rilasciato il diploma);
·        Geasamtschule: è la cosiddetta scuola polivalente che offre diversi tipi di istruzione impartiti normalmente in diversi istituti. Può essere di tipo cooperativo (integrazione dell’offerta formativa proposta dagli istituti precedentemente elencati) o di tipo integrato (unica entità organizzativa e pedagogica). Anche in questo tipo di scuola è previsto un diploma che attesti la fine del corso di studi intrapreso.


Anche il sistema scolastico tedesco è un cosiddetto dual system con forte legame tra scuola e mondo del lavoro: in particolare per le scuole che forniscono allo studente un curriculum a carattere professionale.
Tutti gli studenti al termine dell’ottavo e nono anno devono fare un tirocinio in azienda di tre settimane. Gli studenti svolgono la ricerca delle aziende e sono seguiti da un insegnante tutor; ogni giorno sono tenuti a fornire un resoconto delle attività svolte e, al termine dell’esperienza, devono fornire una valutazione finale. Addirittura gli studenti della Hauptschule e della Realschule, al termine del nono anno, devono procurarsi un contratto di formazione lavoro per accedere alla Berufschule (si tratta di una scuola di specializzazione professionale con un’offerta formativa di ampio respiro, indirizzata verso vari settori professionali, che prevede dopo il biennio – e il relativo conseguimento del Mittlerer Schulabschluss – il conseguimento della maturità professionale). Altra scuola superiore professionale è la Fachoberschule (si consegue la maturità professionale dopo 2 anni). Il Gymnasiale Oberstufe è suddiviso in un anno introduttivo e due anni di qualificazione: il curriculum varia a seconda del tipo di istruzione e formazione secondaria superiore e gli studenti che superano l’esame di fine studi ottengono lo Zeugnis der Allgemeinen Hochschulreife.






Lituania
Secondo la costituzione lituana, l'istruzione è obbligatoria fino all'età di 16 anni, come afferma la legge entrata in vigore nel 1998. In Lituania è presente una divisione tra i vari livelli del sistema scolastico che prevede:
·        un’istruzione primaria,
·        un’istruzione secondaria inferiore,
·        un’istruzione secondaria superiore,
·        una scuola professionale superiore (o scuole VET avanzate) e
·        un’istruzione superiore.


L’educazione prescolare è considerata il 1° livello del sistema educativo ed è offerta ai bambini dai 18 mesi fino ai 6/7 anni. La sua frequenza non è obbligatoria. Gli istituti di educazione prescolare (lopšelis, lopšelis-darželis, darželis-mokikla) fanno capo alle autorità locali; questo tipo d'istruzione può essere anche impartita in famiglia. I genitori devono pagare delle tasse stabilite dagli istitutori. Scopo dell'istruzione prescolare è aiutare il bambino a prepararsi per la scuola ed essere in grado di affrontare positivamente i programmi dell'istruzione primaria.


L’istruzione obbligatoria comprende 4 anni di istruzione primaria (pradinė mokykla) e 6 anni di istruzione secondaria inferiore per un totale di 10 anni. L’istruzione secondaria inferiore può essere offerta dalle pagrindinė mokykla, che coprono tutto il ciclo secondario inferiore, e dai gimnazija, che coprono gli ultimi 2 anni del secondario inferiore e proseguono poi a livello secondario superiore. Le scuole primarie e secondarie inferiori del settore pubblico sono gratuite. A livello secondario inferiore, per essere ammessi ai gimnazija gli studenti devono avere una valutazione sufficiente in tutte le materie insegnate all’8°anno. Nel caso di un limite nel numero di posti disponibili, gli esami di ammissione vengono organizzati e approvati da commissioni di esperti del Ministero dell’Educazione e delle Scienze.
Nelle scuole primarie, come stabilito dal Ministero, tutte le materie sono obbligatorie e uguali per tutti gli alunni (Lingua Lituana, Percezione e Comprensione del Mondo, Lingua Straniera – inglese, francese o tedesco –, Matematica, Arte, Musica, Educazione Fisica): fa eccezione l’Educazione Morale per cui esiste la possibilità di scelta tra Educazione Religiosa ed Etica. Le lezioni vengono impartite da un solo insegnante, ma esiste anche la figura dell’insegnante specialista che può insegnare una qualsiasi delle materie (di solito sono docenti di Religione, Lingue Straniere, Educazione Fisica, Arte o Musica). Gli insegnanti sono liberi di utilizzare i metodi di insegnamento e i libri di testo che preferiscono, a patto che siano scelti da una lista approvata dal Ministero dell’Educazione e delle Scienze.
Le materie obbligatorie della scuola secondaria inferiore vengono studiate da tutti gli studenti. Il curriculum dell’istruzione generale prevede 17 materie obbligatorie: Educazione Morale, Lingua Lituana, 2 Lingue Straniere, Matematica, Natura e Uomo, Biologia, Fisica, Chimica, Informatica, Storia, Educazione Civica, Geografia, Arte, Musica, Artigianato ed Educazione Fisica. Le materie vengono insegnate allo stesso livello, ma ogni scuola può decidere di offrire agli studenti i1 programma intensivo di Lingue Straniere, Belle Arti, Musica ed Educazione Fisica. A livello secondario inferiore, ogni materia viene insegnata da un insegnante specialista: l’insegnante è libero di scegliere il metodo di insegnamento che preferisce.
Sia nella pradinė mokykla sia nell’istruzione secondaria inferiore, gli alunni vengono valutati in modo continuo dai loro insegnanti e i risultati della valutazione vengono sempre comunicati ai genitori. Al termine della scuola primaria gli alunni passano automaticamente al livello successivo senza un esame finale. Al termine dell’ultimo anno dell’istruzione obbligatoria viene organizzato un esame finale (stabilito dal Ministero dell’Educazione e delle Scienze) obbligatorio per tutti gli studenti: il certificato finale permette agli alunni di accedere all’istruzione secondaria superiore.


Gli studenti che terminano l’istruzione obbligatoria, possono continuare i loro studi in uno dei seguenti istituti  di istruzione secondaria superiore:
·        Vidurinė mokikla (istruzione secondaria superiore di tipo generale) della durata di 2 anni (16-18 anni),
·        Gimnasija (istruzione secondaria superiore di tipo generale) della durata di 2 anni (16-18 anni),
·        Profesinė mokikla (istruzione secondaria superiore di tipo professionale) della durata di 2/3 anni (16-18/19 anni).
I curricola di tutte le scuole secondarie superiori generali e professionali vengono stabiliti a livello nazionale. I corsi disciplinari di indirizzo generale sono offerti a 3 livelli: generale, esteso e mirato.
Nell’indirizzo generale sono state individuate 4 aree disciplinari: Umanistica, Matematica e Scienze Naturali, Artistica e Tecnologica. Il 60% del curriculum è composto dalle materie obbligatorie (Educazione Morale, Lingua Lituana, Lingua Straniera, Scienze Sociali, Matematica, Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, Scienze Naturali, Arte, Educazione Fisica), il 25% da materie opzionali e il restante 15% da opzioni tra cui lo studente è libero di scegliere.
Al termine dell’istruzione secondaria superiore di tipo generale, l’esame finale è obbligatorio per tutti gli studenti: il certificato rilasciato al superamento dell’esame (brandos atestatas) permette agli studenti di accedere all’istruzione post-secondaria professionale o all’istruzione superiore.


I corsi dell’istruzione superiore terminano con un esame finale (teorico e pratico) che varia nei contenuti in base al curriculum. Una volta superato l’esame, gli studenti ottengono un certificato di qualifica professionale o un diploma di lavoratore qualificato, che permettono di accedere al mondo del lavoro.






Lussemburgo
Il sistema educativo del Lussemburgo prevede l’obbligatorietà scolastica per la scuola elementare e per tre anni di scuola secondaria. Dopo questa breve parentesi, vediamo adesso come è strutturato il sistema scolastico locale:
·        2 anni di enseignement préscolaire (scuola materna totalmente gratuita),
·        6 anni di enseignement primaire (scuola elementare totalmente gratuita) e
·        un numero variabile da 3 a 7 anni di studio (a seconda delle capacità e delle scelte dell’alunno) in un istituto secondario (enseignement postprimaire ou secondaire). In questo caso si parla di insegnamento gratuito solo nelle scuole pubbliche e resta a carico dello studente il costo dei libri.


Il passaggio dalla scuola elementare a quella secondaria è segnato dal superamento di una serie di test di valutazione, in base ai quali gli insegnanti consigliano ai ragazzi di seguire l’istruzione secondaria generale (enseignement secondaire général) o tecnica (enseignement secondaire technique). Tra il 1995 e il 1996 è stato abolito l’esame previsto per il passaggio da una scuola all’altra.


Alla scuola elementare la lingua di base dell’insegnamento è ufficialmente il tedesco (per l’apprendimento della lettura e della scrittura), ma di fatto la lingua parlata durante le lezioni è comunque il lussemburghese in quanto lingua orale del paese.
A partire dal secondo anno (esattamente nel secondo semestre) viene introdotto l’uso del francese come lingua veicolare. I cittadini stranieri hanno la possibilità di seguire dei corsi integrati (cours intégrés) nella propria madrelingua, organizzati in collaborazione con la scuola ed i consolati. Per risolvere i problemi che si vengono a creare per i bambini di madrelingua neolatina (incontrano notevoli difficoltà per capire ed esprimersi in lingua germanica), molte scuole organizzano corsi di sostegno (cours d’appui), classi di accoglienza (classes d’accueil) o classi di attesa (classes d’attente).


L’istruzione secondaria generale corrisponde più o meno al liceo italiano, dura 7 anni e permette il passaggio all’università. Dopo un primo anno orientativo e comune a tutti i ragazzi, lo studente sceglie l’insegnamento classico (dove è previsto lo studio del latino) o moderno (che prevede lo studio dell’inglese); alla fine del terzo anno, dovrà poi decidere un orientamento (letterario o scientifico) all’interno del quale, nel corso del sesto anno, sceglierà le materie predominanti. Alla fine del percorso gli verrà rilasciato un diplôme de fin d’études secondaires.


L’istruzione secondaria tecnica ha una durata di sei o sette anni, a seconda delle scelte e delle capacità dell’alunno. Chi volesse entrare a 15 anni a contatto col mondo del lavoro è libero però di interrompere gli studi già alla fine del terzo anno. Il ciclo completo di sette anni porta al conseguimento del diplôme de fin d’études secondaires techniques che consente l’accesso all’università. Per coloro che non volessero/riuscissero ad arrivare fino al settimo anno, vi sono alcuni diplomi intermedi che aprono le porte all’esercizio di vari mestieri: il CATP (Certificat d’Aptitude Technique et Professionnelle, certificato di attitudine tecnica e professionale), il CITP (Certificat d’Initiation Technique et Professionnelle, certificato di avviamento tecnico e professionale) o il CCM (Certificat de Capacité Manuelle, certificato di capacità manuale).
Esistono delle classi preparatorie (régime préparatoire) a cui si accede dopo l’istruzione primaria, destinate a preparare gli studenti più deboli all’accesso all’istruzione secondaria tecnica. Esse durano normalmente 1, 2 o 3 anni, ma possono essere anche più lunghe a seconda del ritmo dello studente: le competenze da acquisire sono infatti suddivise in moduli e lo studente ha la possibilità di seguire il proprio ritmo di apprendimento, fino al raggiungimento del livello desiderato. Per venire incontro alle difficoltà degli studenti di madrelingua neolatina (italiani, spagnoli, portoghesi), esistono alcuni istituti tecnici che organizzano delle classi in cui la lingua veicolare è il francese. In alcuni istituti esistono anche delle classi d’integrazione destinate ad accogliere i giovani che, avendo frequentato le elementari in un altro paese, non conoscono né il francese né il tedesco.






Paesi Bassi
Il sistema scolastico dei Paesi Bassi è collocato in cima alle statistiche internazionali in tema di qualità e offerta d'istruzione e ricerca. Sappiamo infatti che l’Olanda (facente parte delle regioni dei Paesi Bassi) è un Paese molto attento all’istruzione dei cittadini in chiave internazionale, tanto che ormai i documenti ufficiali sono per lo più in inglese.
Il sistema educativo olandese prevede un’obbligatorietà scolastica di 12 anni: dai 5 ai 16 anni d'età. Il sistema scolastico si articola in:
·        Basisonderwijs oppure Bao, sbao (Scuola Primaria-elementare) che va dai 4 ai 12 anni;
·        Voortgezet onderwijs (Scuola Secondaria-superiore) che va dai 12 ai 18 anni e
·        sono previsti dei cosiddetti corsi professionali che forniscono una specializzazione professionale o consentono di intraprendere gli studi universitari.


La scuola primaria ed elementare  olandese inizia a 4 anni e prevede 8 livelli che vengono chiamati Groep (essi vanno dal Groep 1 al Groep 8). L’obbligatorietà scolastica olandese, come detto sopra, inizia all’età di 5 anni e quindi coincide col secondo livello della Basisonderwijs. Gli insegnamenti si basano innanzitutto sulla lettura e sulla scrittura e successivamente si occupano dell’apprendimento di una lingua straniera, principalmente l’inglese. Al termine dell’ottavo livello l'alunno dovrà sostenere un Citotoets, esame che permette di stabilire il miglior corso di studi successivo (Voortgezet Onderwijs) per il quale lo studente risulta essere più portato.


Il sistema di istruzione superiore olandese comprende:
·        la WO, Wetenschappelijk Onderwijs (istruzione universitaria) e
·        la HBO, Hoger Beroepsonderwijs (istruzione superiore professionale) che viene impartita nelle Hogescholen.
Il sistema universitario comprende 13 centri universitari in tutta la nazione: 9 centri sono specializzati in scienze sociali, naturali e umanistiche (le Università di Leiden, Groningen, Limburg, Rotterdam, Amsterdam, Utrecht, Nijmegen, Tilburg e Maastricht), 4 hanno un orientamento di tipo tecnico (i centri universitari di Delft, Eindhoven e Universiteit Twente) o professionale agricolo (il centro universitario Universiteit Wageningen).


Il completamento degli studi d'istruzione secondaria in Olanda viene certificato in vario modo.
L’HAVO o Eindexamen hoger algemeen voortgezet onderwijs è l'esame che si svolge al termine del quinto anno dell’istruzione secondaria superiore generale (havo). Comprende uno Schoolexamen (esame interno all’istituto) e un Centraal examen (esame nazionale). È un esame che si incentra su 6 materie, tra cui la lingua e la letteratura olandese e l’inglese che sono obbligatorie. Chi lo supera riceve il Diploma hoger algemeen voortgezet onderwijs.
L'EVWO o Eindexamen voorbereidend wetenschappelijk onderwijs è invece l'esame organizzato al termine del sesto anno dell’istruzione preparatoria a quella superiore (vwo). Comprende anch’esso uno Schoolexamen (esame interno all’istituto) e un Centraal examen  (esame nazionale). Verte su un minimo di sette materie, tra cui la lingua e letteratura olandese, l’inglese e – per gli alunni del gymnasium – è obbligatoria una lingua classica (lingua e letteratura latina o greca). Gli studenti che superano l’esame ricevono il Diploma voorbereidendwetenschappelijk onderwijs.






Regno Unito

Ecco un’analisi del sistema scolastico in Inghilterra e nel Galles. Il Regno Unito dispone di due tipi di scuola:
·         maintained (quelle che sfruttano i fondi statali) e
·         independent (le scuole private).


L’intero paese è suddiviso in 96 LEAs (Local Education Authorities, Autorità Scolastiche Locali) che amministrano le maintained e hanno la responsabilità di garantire l’istruzione pubblica gratuita nell’area di loro competenza. Il Department for Education & Skills (Ministero della Pubblica Istruzione) non è coinvolto direttamente con le singole scuole, ma effettua periodicamente dei controlli. È anche vero che le scuole optano più comunemente per la richiesta di fondi provenienti dal governo centrale staccandosi così dal controllo  delle LEAs.
Per quanto concerne le independent ve ne sono in Gran Bretagna circa 2,500 che si sostengono con il pagamento delle rette scolastiche o grazie agli aiuti provenienti dai benefattori.


Vi sono tre tipi di istruzione:
·         Primary Education (Istruzione primaria). Essa copre la fascia d’età dai 4/5 anni agli 11 e dà inizio all’obbligo scolastico. L'apprendimento è mirato  all’alfabetizzazione e alla capacità di far di conto sin dai primi anni. Vi sono tre tipi di scuola primaria: infant (5-7 anni), junior (7- 11 anni) e junior e infant (5-11 anni).
·         Secondary Education (Istruzione Secondaria). Copre la fascia d’età dagli 11 ai 16 anni e con essa termina l’obbligatorietà scolastica.
·         Tertiary Education (Istruzione Terziaria). Copre la fascia d’età dai 16 anni. Circa il 90% degli studenti prosegue gli studi fino al conseguimento del titolo richiesto per l’iscrizione universitaria all'età di 18 anni.


L’istruzione prescolastica (prima dei 5 anni) avviene presso asili o gruppi di gioco sia privati che statali. L'apprendimento è raggiunto tramite giochi di gruppo, attività creative e gioco guidato.


L’Education Reform Act del 1988 ha introdotto un National Curriculum per le materie fondamentali con programmi comuni a tutte le scuole. Quasi tutte le scuole private seguono il National Curriculum nonostante non siano tenute a farlo. Il National Curriculum ed i criteri di valutazione sono gestiti da due enti governativi: Qualifications and Curriculum Authority (QCA) per l’Inghilterra e Qualifications, Curriculum & Assessment Authority  (ACCAC) per il Galles. Gli studenti vengono esaminati in Inglese, Matematica e Scienze all’età di 7 e 11 anni.
Il National Curriculum comprende 10 materie, di cui 3 fondamentali (Inglese, Matematica e Scienze) e 7 propedeutiche (Tecnologia/Informatica, Storia, Geografia, Musica, Arte, Educazione Motoria e Lingua Straniera), e quattro  fasi chiave:
·        key stage 1: fino a 7 anni,
·        key stage 2: 7-11 anni,
·        key stage 3: 11-14 anni (pre-GCSE),
·        key stage 4: 14-16 anni (preparazione al GCSE o titolo equivalente).


In seguito allo Standard Assessment Task (SAT), introdotto dal National Curriculm, gli studenti vengono valutati in tre stadi dell'iter scolastico (7, 11 e 14 anni). I SATs sono esami nazionali esterni che si aggiungono alle valutazioni degli insegnanti e agli esami della scuola ed hanno lo scopo di  misurare i progressi degli alunni in base a parametri standard nazionali. Vediamo quali sono:
·        Il General Certificate of Secondary Education (GCSE) è amministrato da sette Commissioni d’esame autonome nel Regno Unito che si attengono a criteri nazionali. Si sostiene alla fine dell’istruzione scolastica secondaria ed il numero e la scelta delle materie dipendono dalle capacità dello studente. Ciascuna materia è oggetto di un esame a sé che può essere superato o meno a prescindere dall’esito degli altri esami. Il superamento di questi esami dà accesso a determinati impieghi e all’iscrizione a corsi professionali, ma da soli non costituiscono titolo di ammissione all’università.
·        Il Vocational GCSE mira alla preparazione professionale e deve essere  preparato assieme al GCSE.  Gli studenti possono sostituire un Vocational GCSE con due GCSEs tradizionali.
·        Il General Certificate of Education Advanced Level, comunemente denominato A level, viene sostenuto, all’età di 18 anni, da studenti con un buon curriculum scolastico. A questo punto lo studente di solito si specializza in materie umanistiche o scientifiche. Due o più materie superate a questo livello costituiscono il titolo necessario per l’ammissione universitaria. In considerazione dell’esistenza del numero chiuso presso le università inglesi a nessuno è concesso il diritto automatico di iscrizione.
·        Gli Advanced Supplementary sono stati introdotti nel 1987 per ampliare la scelta  di materie offerta dal GCSE oltre alla tradizionale divisione fra materie scientifiche ed umanistiche, offrendo agli studenti la possibilità di combinare studi anche divergenti. Sono considerati equivalenti ad un Advanced per quanto concerne l’iscrizione all’università.
·        Il Vocational A-level spesso esame viene sostenuto assieme agli A levels tradizionali. Ha lo stesso valore ed è riconosciuto per l'ammissione all'università.
·        Alcune scuole preparano all' International Baccalaureate in alternativa agli Advanced. E’ un esame riconosciuto a livello internazionale che si sostiene all’età di 18 anni e anch’esso permette l’ammissione alle università.


Repubblica Ceca
La durata dell’istruzione obbligatoria nella Repubblica Ceca è di 9 anni, dai 6 ai 15. Esistono sia scuole statali che private e religiose, ma le prime sono nettamente più frequentate. L‘educazione nelle scuole statali è gratuita, tuttavia gli studenti delle scuole superiori devono pagare i loro libri di testo. Le scuole private e religiose richiedono invece delle rette.
L‘educazione nella Repubblica Ceca include i seguenti livelli:
·        pre-primaria,
·        primaria,
·        secondaria e
·        post-secondaria o terziaria.


Prima di analizzare singolarmente i quattro livelli di educazione della Repubblica Ceca, apro due importanti parentesi: una sua bambini portatori di handicap e una sulla formazione del corpo decente.
I bambini portatori di handicap sono educati in scuole specializzate o possono essere inseriti in normali scuole primarie. In alcune scuole ci sono anche classi speciali, nelle quali vi è un numero di alunni inferiore, in modo che gli insegnanti possono dedicare a questi alunni maggiori attenzioni.
Vediamo ora come avviene la formazione dei docenti di scuola pre-primaria e primaria: gli insegnanti di educazione di base vengono formati nelle Facoltà di pedagogia. I docenti per il primo ciclo di scuola primaria seguono un corso di 4 anni, quelli per il secondo ciclo un corso di 5 anni che include elementi tratti dal precedente, con specializzazione in due discipline. Gli insegnanti di musica sono diplomati al conservatorio.
Per la scuola secondaria generale e tecnica i docenti devono frequentare corsi di diploma di Master in varie Facoltà, a seconda delle discipline insegnate (pedagogia, lettere, filosofia, scienze naturali, matematica, economia, educazione fisica, ecc.).
Infine per insegnare al grado post-secondario i docenti devono possedere un titolo accademico post-master (Kandidát Věd o Doktor).


L’educazione pre-primaria non è obbligatoria: ai bambini al di sotto dei 3 anni questa educazione viene offerta in asili nido gestiti dal Ministero della Salute, ai bambini tra i 3 e i 6 anni viene offerta presso asili infantili.


A 6 anni i bambini iniziano la scuola primaria e vi rimangono fino all‘età di 15 anni. L’istruzione di base obbligatoria inizia proprio con la scuola primaria e si articola in due livelli: dal 1995 il 1° ciclo è stato esteso a 5 anni (6-11 d’età) e il secondo ridotto a 4 (11-15 d’età). Al termine viene conferito il certificato di licenza dell’obbligo (Vysvědčeni). Gli ultimi 4 anni (o 2 anni) possono essere completati con 8 o 6 anni di gymnázium o al conservatorio. Nel primo ciclo vi è un solo insegnante per classe che insegna tutte le materie, nel secondo ciclo vi sono docenti diversi per le varie discipline.


A 15 anni gli studenti possono scegliere fra una varietà di scuole secondarie:
·        scuole secondarie generali denominate gymnázium, possono essere della durata di 8 anni (11–19) con ammissione dopo il V anno di scuola primaria; della durata di 6 anni (13-19) con ammissione al VII anno della scuola di base; della durata di 4 anni (15-19) dopo i nove anni di educazione primaria. Tutte offrono educazione accademica, pre-universitaria e conferiscono il diploma di maturità secondaria (Vysvědčeni o Maturitní Zkouška) al superamento dell’esame finale detto Maturita;
·        scuole secondarie tecnico-professionali (středni odborné učiliště) della durata di 4 anni (15-19), conferiscono il diploma di maturità tecnica (Vysvědčeni o Maturitní Zkouška) e preparano gli studenti sia per un lavoro sia per l’educazione post-secondaria tecnica. In questo gruppo possono essere annoverati anche i conservatori di danza, musica e teatro (konzervatoř) della durata di 6 anni (dai 15 ai 21) o i conservatori della durata di 8 anni (dai 15 ai 23) che rilasciano il diploma chiamato Vysvědčeni o Absolutoriu, più il Diplom;
·        scuole secondarie professionali (středni odborné učiliště) della durata di 2 o 3 anni (15-17/18), conferiscono il diploma di apprendistato (Výčni List), preparano gli studenti all’esercizio di attività professionali e non permettono l’accesso all’educazione superiore.




L’istruzione post-secondaria, detta anche terziaria, è destinata ai possessori del diploma di maturità e viene offerta da istituti universitari e non: in ogni caso tutti gli istituti offrono qualifiche riconosciute dalla Commissione di accreditamento.
Gli istituti di educazione post-superiore a livello non universitario offrono programmi di studio di Baccalaureato. Vi sono anche istituti professionali post-secondari (vyšší odborné školy) della durata di 3 anni (19-21) che conferiscono il Vysvědčeni o Absolutoriu più il Diplom.


Gli studi universitari si dividono in 3 livelli.
·        Il 1° livello di studi universitari (laurea breve) di norma dura 3-4 anni e può riguardare tutte le discipline (tranne Medicina, Veterinaria, Farmacia e Legge); è concepito sia come corso indipendente che conferisce il titolo di baccalaureato (Bakalář) o di baccalaureato in campo umanistico (Bakalář Umění), sia come il primo stadio di studi successivi (Magistr e Dokorat); gli studenti devono sostenere al termine un esame di stato e la discussione della tesi.
·        Il 2° livello di studi universitari delle facoltà di lettere, pedagogia, scienze sociali, scienze naturali, farmacia, teologia e legge durano 5 anni e conferiscono i titoli di Magistr e Magistr Umění; gli studi in economia, agraria, chimica e in materie tecniche, come ingegneria, durano 5-5,5 anni e conducono al titolo accademico di Inženýr; gli studi di architettura (Inženýrarchitekt), medicina (Doktor Medicíny) e veterinaria (Doktor Veterinární Medicíny) richiedono 6 anni di studio. Al termine degli studi i candidati devono superare un esame e discutere una tesi. La legge permette ai possessori di un titolo di Master di sostenere un esame di stato per acquisire il titolo accademico di Doktor seguito dal nome della disciplina (Doktor Filozofie, Doktor Farmacie, Doktor Teologie o Licenciát Teologie).
·        Il 3° livello consiste in studi di dottorato (seguiti dalla guida di un tutor) della durata di 3 anni a tempo pieno o 4/5 anni a metà tempo. Il programma, riservato a chi ha completato gli studi di Master, è finalizzato alla ricerca scientifica e conferisce il titolo di dottore in scienze (Philosophy Doctor-PhD) o di lettere (Artis Doctor-ArtD) previo superamento di un esame e la discussione della tesi.


Slovacchia

Il sistema educativo slovacco ha come obiettivo l’elevazione della formazione culturale di tutti i cittadini del proprio paese e obbliga gli studenti per nove anni a frequentare la scuola: dai 6 ai 15 anni.
Per quanto concerne le informazioni di carattere cronologico relative a significativi eventi nell’ambito dell’educazione scolastica slovacca, credo utili quattro date:
·        1990, quando venne istituita una legge che ordinava gli studi universitari in tre livelli: Baccalaureato (3/4 anni, attiene tutte le discipline tranne Medicina, Veterinaria, Farmacia e Legge), Laurea (le Facoltà di Magistero, Arte, Ingegneria, Architettura e i Dottorati di Medicina e di Veterinaria durano dai 4 ai 6 anni, mentre i corsi in Scienze sociali, Scienze naturali, Farmacia, Teologia, Legge e Arte durano 5 anni) e Dottorato (si accede dopo aver completato i corsi precedenti e richiede 3 anni di studi a tempo pieno o 5 anni a metà tempo; per conseguire il PhD – dottorato di filosofia – o il ArtD – dottorato di arte – è necessario presentare e discutere una tesi; il DrSc – Dottore delle scienze – riguarda sviluppi di ricerca scientifica successivi ai titoli precedenti)
·        1992, quando il governo slovacco ha ratificato “i principi dell’educazione permanente”;
·        1994, quando è stato portato avanti un progetto pilota di cooperazione regionale per l’educazione a distanza (PHARE) che coinvolge numerose istituzioni educative della Repubblica di Slovacchia;
·        1995, anno dal quale si segue una legge quadro che regolamenta le relazioni tra Stato, amministrazione e auto governo dell’educazione agli adulti e dell’educazione permanente.


Si deve anche ricordare che la proclamazione dell’indipendenza nazionale slovacca avvenne nel 1993  e portò il Consiglio nazionale ad approvare numerose leggi sull’educazione, vediamone le più importanti:
·        le leggi del 1994 e del 1996 sull’educazione superiore e
·        la legge del 1997sull’insegnamento agli adulti.


La formazione degli insegnanti varia a seconda dell’indirizzo scolastico in cui vogliono operare. I docenti della scuola di base frequentano le Facoltà di pedagogia. La preparazione degli insegnanti della scuola secondaria è, invece, curata da diverse Facoltà a seconda delle discipline che vogliono insegnare (arte, scienze umane, scienza naturali, educazione fisica e sportiva, pedagogia). Anche i laureati in Facoltà tecniche (economia o agraria) possono, volendo, insegnare in questi corsi, ma è necessario che seguano una preparazione pedagogica.


Il sistema educativo slovacco si articola in cinque livelli:
·        istruzione di primo livello (4 anni);
·        istruzione di secondo livello (5anni);
·        l’istruzione generale secondaria (4 anni) che dà diritto al conseguimento di un diploma ginnasiale;
·        la scuola secondaria specializzata, denominata anch’essa ginnasio, della (8 anni).


L'educazione superiore è appannaggio di istituzioni con valore legale: preparano anche alle attività artistiche e di ricerca e permettono di proseguire gli studi universitari.
Le scuole secondarie comprendono:
·        il ginnasio, che provvede all’educazione secondaria generale e prepara agli studi universitari o ad altre istituzioni educative;
·        la scuola secondaria specializzata, che prepara agli studi attitudinali;
·        i conservatori, che formano cantanti, musicisti (6 anni), ballerini (8 anni) e attori;
·        la scuola secondaria attitudinale (4 anni), che comprende indirizzi di tecnica, economia, agraria, salute e arti e permette il conseguimento del diploma di apprendistato.
·        i centri di preparazione alle attività professionali.






Spagna
In Spagna c’è una differenzia sostanziale tra due tipi di insegnamento: l’insegnamento di Regime generale e quello di Regime speciale che riguarda l’ambito artistico. All’interno di quest’ultimo si distinguono i corsi formativi in arti plastiche e disegno che hanno un iter formativo alternativo all’insegnamento generale a partire dal termine della scuola secondaria obbligatoria; appartengono al regime speciale gli insegnamenti di musica, danza e arte drammatica.
Il sistema scolastico è tripartito in:
·        educazione infantile (corrispondente all’asilo nido e alla scuola materna italiani),
·        educazione primaria (corrispondente alla scuola elementare e parte della scuola media italiana),
·        educazione secondaria obbligatoria (corrispondente alla scuola media e superiore italiana).


L’educazione infantile si suddivide in due cicli e ricopre l’età compresa tra i 0 e i 6 anni: il ciclo 1 comprende bambini da 0 a 3 anni d’età, il ciclo 2 bambini dai 3 ai 6 anni. Fino ai 5 anni la frequenza è volontaria e gratuita, diventa obbligatoria a 5 anni. Ci sono scuole sia pubbliche che private che fanno parte di scuole più grandi alle quali si appoggiano (simili ai nostri Circoli Didattici o ai nostri Istituti Comprensivi). I genitori solitamente scelgono le modalità di frequenza per i loro figli a seconda degli impegni lavorativi: decidono se farli frequentare di mattina o nelle ore pomeridiane, se farli frequentare tutti o solo alcuni giorni. I bambini sono molto seguiti dai docenti, imparano a socializzare, a rapportarsi con gli altri, sviluppano le proprie capacità mentali e fisiche. Addirittura durante l’ultimo anno è previsto l’insegnamento della lettura, della scrittura, dell’inglese e della matematica in vista del successivo ciclo scolastico.


L’educazione primaria è suddivisa in tre cicli che coprono l’arco tra i 6  i 12 anni d’età. Oltre alle normali ore di lezione è possibile far frequentare ai propri figli attività extra-scolastica pagando il servizio scelto. Le materie alle quali i bambini si avvicinano in questo ciclo scolastico sono: Lingua spagnola, Matematica, Scienze, Storia, Geografia, seconda Lingua, Arte ed Educazione fisica. Non è obbligatoria la frequenza dell’ora di Religione, ma sono pochi gli studenti che non frequentano.


L’educazione secondaria obbligatoria (ESO) costituisce la prima tappa dell’educazione secondaria e comprende 4 anni scolastici – divisi in 2 cicli – frequentati normalmente tra i 12 e i 16 anni.
1.      Il primo ciclo è formato dai primi 2 anni: gli studenti studiano Lingua e Letteratura spagnola, Geografia, Storia, eventuale Lingua e Letteratura della Comunità autonoma, Lingua straniera, Matematica, Scienze della natura, Educazione fisica, Arti plastiche, Tecnologia, Musica (solo al 1° anno) e Scienze sociali (Società, Cultura e Religione).
2.      Il secondo ciclo è formato dai restanti 2 anni: gli insegnamenti sono organizzati in materie comuni e materie specifiche così ripartiti.
·         Il terzo anno prevede un Itinerario Tecnologico e un Itinerario Scientifico Umanistico.
Le materie comuni ai due itinerari sono: Biologia e Geologia, Cultura Classica, Educazione Fisica, Geografia e Storia, Lingua spagnola e Letteratura; eventualmente sono anche incluse Lingua e letteratura della Comunità autonoma, Lingua Straniera, Scienze sociali.
Le materie specifiche di ogni itinerario sono così organizzate: l’Itinerario Tecnologico prevede lo studio di Matematica A, Tecnologia e Arti Plastiche; l’Itinerario Scientifico Umanistico prevede lo studio di Matematica B, Fisica e Chimica, Musica.
·         Il quarto anno prevede invece un Corso per l’orientamento scolastico e professionale post-obbligatorio, un Itinerario Tecnologico, un Itinerario Scientifico e un Itinerario Umanistico.
Le materie comuni sono: Educazione fisica, Etica, Geografia e
Storia, Lingua spagnola e Letteratura, eventualmente Lingua e Letteratura della Comunità autonoma, Lingua Straniera, Scienze sociali.
Le materie specifiche sono così organizzate a seconda dell’itinerario: l’Itinerario Tecnologico prevede lo studio di Matematica A, Tecnologia, terza materia; l’Itinerario Scientifico prevede Matematica B, Fisica e Chimica B, terza materia; l’Itinerario Umanistico prevede lo studio di Matematica B/A, Latino, terza materia (essa sarà determinata da ogni Istituto tra Arti Plastiche, Musica, Biologia e Geologia, Fisica e Chimica A, Tecnologia purché queste materie non facciano già parte delle materie comuni o specifiche del corso).
Al termine dei 4 anni gli studenti ricevono un certificato e possono accedere al Bachillerato, ai Cicli formativi di grado medio di Formazione Professionale e Arti Plastiche o al mondo del lavoro.


Il Bachillerato rappresenta l’ultima tappa dell’educazione secondaria, ha carattere facoltativo e dura 2 anni. Il Bachillerato finalizza lo studio dei ragazzi tra i 16 e i 18 anni alla formazione generale (crescita intellettuale e personale), alla propedeuticità (si assicurano le basi per gli studi successivi – siano essi universitari o di formazione professionale) e all’orientamento (si permetta agli alunni di valorizzare le proprie preferenze e i propri interessi)
Sono previsti 4 itinerari per questo ciclo scolastico:
·         Arti
·         Scienza della Natura e della Salute
·         Umanistica e Scienze sociali
·         Tecnologia


Anche in questo caso vengono proposte diverse opzioni agli studenti all’interno dello stesso itinerario. Anche in questo caso ci sono materie comuni per tutti gli studenti indipendentemente dall’itinerario scelto (sono quelle che contribuiscono alla formazione generale della persona) e materie specifiche che caratterizzano ogni itinerario e contribuiscono alla formazione specifica dell’alunno in base al percorso intrapreso (sono molto importanti e gli studenti devono studiarne 3 al primo anno e 2 al secondo). Si aggiungono a queste le materie opzionali che permettono allo studente di valorizzare le sue preferenze.


di Carmen Oliva